Cresce l’attesa per la doppia finale promozione tra Lions Amaranto Livorno ed Olbia. Domenica 28 aprile, in terra gallurese, e domenica 5 maggio, al ‘Priami’ di Stagno, si disputeranno le due partite che sanciranno quale delle due squadre merita il salto in B. Saranno 160 minuti ad alta intensità emotiva. Ci sarà anche chi in quei giorni, magari davanti al pc (seguendo il livescore previsto sul sito lionsamarantorugby.it) vivrà da vicino, in diretta, le sorti degli amaranto, pur trovandosi a qualche migliaia di chilometri di distanza dall’Italia. Quel qualcuno è Vittorio Valente, trequarti classe ’92, atleta rugbisticamente nato e cresciuto nei Lions. Valente ha firmato un contratto da semi professionista in un importante club australiano.

“Gioco – dice il talentuoso atleta labronico – negli Harlequin in Premiership”.

– In quale ruolo sei impiegato normalmente?

“Mi fanno fare il jolly, perché posso giocare in più ruoli ma soprattutto sono schierato come estremo o come ala”.

– Che tipo di contratto hai firmato?

“Ho sottoscritto un contratto per due anni, con uno stipendio fisso che mi arriva ogni due mesi”.

– Sono ambiziosi i progetti degli Harlequin?

“Sì: la squadra è arrivata per due anni consecutivi alle finali della Premier per il Dewar Shield”.

– Ci sono altri italiani con te in rosa?

“No: sono l’unico italiano. In assoluto sono il primo rugbista italiano ad essere stato messo sotto contratto semi professionistico in Australia”.

– Come ti trovi in questa realtà del tutto differente rispetto a quella che hai vissuto in precedenza, quando eri ‘solo’ un giocatore dilettante?

“Mi trovo bene. Qua non mi fanno mancare davvero niente. E’ chiaro che mi auguro di crescere anche dal punto di vista sportivo e, perché no, mi auguro di passare a club ancor più importanti. Pochi giorni fa ho parlato con i dirigenti della mia società in merito. Recentemente sono venuti gli osservatori dei Rebels e degli Rising a vederci. Sogno di arrivare a giocare a quei livelli. Tra l’altro tra le società i rapporti sono ottimi”.

– Come è nata per te questa opportunità di giocare nella terra degli Wallabies?

“Il tutto è nato grazie a Luca Mantovani: era, il 18 novembre scorso, al ‘Venturelli’ di Piombino a guardare la partita nella quale ero in campo, come estremo nella partita vinta dai Lions 5-34 (con una meta dello stesso Valente, ndc). Alla fine dell’incontro, si presentò e mi disse se poteva interessarmi un progetto in Australia. Mi fece il nome di Matteo Mazzantini, come suo conoscente toscano. Gli raccontai che ero nato e cresciuto nelle giovanili dei Lions Amaranto Livorno, che conoscevo Matteo Mazzantini e che ero stato allenato anche da suo padre, Franco. Gli raccontai anche che per avevo effettuato quasi tutto il percorso giovanile guidato da Emanuele Bertolini. Mi disse: “Guarda, ti voglio dare fiducia; i livornesi sono coriacei e possono arrivare dove vogliono”. Io avevo già vissuto un’esperienza lavorativa in Australia e avevo già giocato da quelle parti. Mantovani mi passò un contatto. Dopo appena due giorni avevo richieste da più squadre. Anche gli Harlequin e i Melbourne mi chiesero di fare un provino. Lo feci per entrambi e sono piaciuto molto”.

– E quindi?

“Quindi con grandissima soddisfazione la prossima settimana c’è la mia presentazione con tanto di intervista ufficiale e firma in diretta televisiva. Beh, sto vivendo finalmente il sogno di una vita e ora testa bassa e tanto lavoro: voglio arrivare ad essere un professionista”.

– Chi vuoi ringraziare?

“Se sono arrivato dove sono è prima di tutto grazie alla società Lions e al presidente Mauro Fraddanni che mi ha cresciuto, a Emanuele Bertolini che mi passava perfino a perdere a casa durante il periodo adolescenziale, per portarmi al campo ad allenarmi. Un grazie a tutti i ragazzi dei Lions, a Giampaolo Brancoli che mi ha dato l’opportunità di tornare a giocare, dopo che tutti gli altri mi avevano dato ormai per fallito. Spero con tutto il cuore che la squadra dei Lions possa passare di categoria: se lo merita. La mia ultima finale per la serie B, nel 2014, finì con una sconfitta per due punti di differenza (contro Paganica, ndc). Fu difficile da accettare quell’esito. Però questo sport e questa società ti aiutano sempre e solo a capire che nella vita ci dobbiamo rimboccare le maniche e ripartire a tutto gas”. E allora in bocca al lupo, Vittorio: fai vedere come un livornese doc può ritagliarsi soddisfazioni anche nel mondo della palla ovale australiana.