Di Emilia “Emy” Forlani

 

La Serie B ha terminato la sua stagione regolare e ha quindi emesso parte dei suoi verdetti: solo “parte” perchè, mentre le promozioni in Serie A sono dirette, la retrocessione in C passa per i play out, che verranno disputati dal 19 maggio in avanti.

Lasciano la serie B per la serie A2 quattro squadre con un passato importante che hanno però poi attraversato annate non semplici e ora si riaffacciano più in alto: Piacenza Rugby, Romagna RFC, Rugby San Donà e L’aquila Rugby. A loro si aggiunge per la prima volta il Rugby Lecco, classificatosi come miglior seconda assoluta. Complimenti a tutti loro!

Perchè cinque squadre e non quattro? Perchè con le modifiche introdotte in corsa dalla FIR alla struttura dei campionati dalla prossima stagione i conti non tornavano più e dunque dalla B alla A2 deve salire una squadra in più e, invece di tre, retrocederà in C una squadra sola.

Parliamo quindi subito anche dei play out che, ad oggi, domenica 12 maggio, presentano anche un mistero: la sezione campionati del sito FIR riporta una gara unica tra Highlanders Formigine e Rugby Benevento da giocarsi il 19 maggio a Viterbo, in campo neutro. Cosa succede? Ora ci arrivo.

Un passo indietro: le quattro squadre ultime classificate di ogni girone sono, oltre alle due già citate, Pro Recco Rugby e San Marco Rugby Venezia Mestre. La formula prevede incroci con partite di andata e ritorno tra girone 1 e 3, quindi Recco e San Marco e 2 e 4 e dunque Formigine e Benevento, da giocarsi il 19 e il 26 maggio. Le perdenti di questo primo step avranno ancora un’ultima partita da cui verrà fuori la squadra che retrocederà in Serie C.

Dunque perchè pare che Formigine e Benevento invece che andata e ritorno giocheranno una gara unica? E’ notizia di questi giorni che le due società si sono sentite e accordate per questo cambiamento ma risulta anche che almeno una delle altre squadre interessate non abbia accettato il cambiamento di formula e quindi, in teoria, tutti dovrebbero giocare con la formula stabilita. Ma, appunto, così non sembrerebbe dal sito FIR e quindi si apre questo grande mistero poichè pare proprio non stare né in cielo né in terra il giocare delle semifinali con formule diverse tra loro, tra squadre che poi si dovranno incontrare, le perdenti, nella partita finale, a quel punto con un numero di partite disputate diverso.

Sarà vero? Davvero FIR avrà approvato una cosa del genere? Lo sapremo a breve, visto che il primo turno è previsto per domenica prossima, 19 maggio. Tra parentesi: la sezione campionati FIR, che riporta questa partita, non fa ad oggi cenno a Recco e San Marco.

Per chiudere, qualche annotazione sulla Serie B, campionato che non conoscevo e seguo solo da quest’anno. Tanti giovani e giovanissimi in campo, forse qualche straniero di troppo in alcune squadre, un livello che tende purtroppo verso il basso e chiunque segua il rugby italiano in tutti i suoi campionati da qualche anno afferma con sicurezza che “la B di adesso è la C di un po’ di anni fa e la A è la vecchia B”.

Perchè? Uno dei motivi è sicuramente l’aumento smisurato delle squadre sia in A che in B, un vero assassinio di questi campionati perpetrato da quando la A è stata divisa secondo criterio territoriale. Come può salire il livello se in A ci sono 40 squadre e in B 50? E’ palese che ci sia infinitamente più spazio in queste due categorie rispetto a quando in A c’erano 12 + 12 squadre di A1 e A2 a livello nazionale e non territoriale e in B 30 squadre in tutto. Dunque, tornando all’affermazione di cui sopra, la A è come la B di qualche anno fa e la B è la C di qualche anno fa semplicemente perchè, di fatto, ci sono dentro squadre che prima stavano appunto in quei campionati un gradino sotto e non era un disonore per nessuno: semplicemente ognuno stava nel livello più adatto alle sue capacità e possibilità e raggiungere il campionato superiore e rimanerci non era facile per nessuno.

Questo modo di ragionare è assurdo anche per un altro motivo: aumenti a dismisura le squadre ma poi chi le arbitra le partite? La B non ha gli assistenti, dunque l’arbitro è da solo in mezzo al campo con l’impossibile compito di vedere tutto quello che succede. Aggiungiamo che, così come i giocatori di B non sono quelli di Top14, così giustamente non lo sono gli arbitri, spesso a loro volta giovani e ancora con un’esperienza limitata. L’anno prossimo, con ancora più squadre, sarà ancora peggio e questo porterà inevitabilmente a far salire di categoria arbitri non pronti per farlo. A chi serve? A chi fa bene? Sicuramente né agli arbitri né ai giocatori, che non imparano niente e ad ogni partita devono provare a immaginarsi cosa verrà visto e cosa no e come sarà giudicato e a cercare di dirigere il meglio possibile ogni incontro ma senza essere ancora abbastanza preparati.

I freddi numeri: nella prossima stagione ogni domenica tra A1, A2 e B serviranno 45 arbitri (5+15+25) e 40 assistenti e, se si volessero mettere anche in B, di giudici di linea ne servirebbero addirittura 65. Tutto questo, oltretutto, deve essere realizzato e sorretto da un sistema arbitrale a sua volta progressivamente e inesorabilmente svuotato e peggiorato nel corso degli anni.

Così il sistema-rugby italiano è sempre più sfilacciato e di basso livello e i campionati nazionali non sono mai stati così lontani dalla punta della piramide: i giovani con delle qualità devono andarsene sempre prima dal loro club per andare all’estero o provare ad entrare nell’orbita di Treviso e Zebre, altrimenti la loro strada si ferma subito in campionati troppo distanti dall’alto livello, Elite compresa.

No, così non va bene.

(Foto archivio Pro Recco Rugby 2024)