Di Lorenzo Cirri
I primi giorni di ogni nuovo anno sono sempre un miscuglio interessante di bilanci e buone intenzioni. Io da parte mia le buone intenzioni le ho esaurite da un pezzo, ma i bilanci, quelli si, mi piace sempre farli. Naturalmente parlo di rugby. E’ evidente che il 2012 appena terminato è stato nel bene e nel male un anno fondamentale per lo sviluppo del rugby in rosa un po’ in tutto il mondo. Che vi piaccia o meno è stato il Rugby 7s, con la sua ammissione alle olimpiadi, il vero uragano in grado di spazzare via equilibri e strutture che esistevano ormai da anni.
Dalla prima IRB Women’s Sevens Challenge Cup poco più di un anno fa a Dubai, all’inizio delle Women’s Sevens World Series sullo stesso campo nelle ultime settimane del 2012, il volto di Rugby femminile è cambiato per sempre.
Le IRB Women’s Sevens Challenge Cups a Dubai, Hong Kong e Londra hanno perfettamente spianato la strada alla creazione delle World Series, ma il 2012 è stato anche soprattutto l’anno delle qualificazioni alla Coppa Del Mondo di Rugby 7s di Mosca 2013, con un gran numero di partite di qualificazione che si sono giocate in tutto il mondo.
Sicuramente il momento clou dell’anno è stato senza dubbio la finale di Hong Kong tra l’Australia e l’Inghilterra, trasmessa in diretta in tutto il mondo: una splendida vetrina per il rugby femminile.
Una partita superba dall’inizio alla fine con gioco, ritmo, potenza e abilità con la palla di altissimo livello. L’Inghilterra ha vinto 15 – 10 e la vittoria è stata definita dalla stampa sportiva inglese paragonabile a quella della Rugby World Cup 2003 maschile. Una bellissima partita di rugby 7s che certamente rimarrà a lungo nella memoria degli inglesi.
Come stavo dicendo, il 2012 è stato l’anno delle qualificazioni e sono state davvero tante le squadre che hanno provato a raggiungere la Rugby Sevens World Cup 2013 di Mosca. Sono state proprio queste qualificazioni a dare a nazioni con meno tradizione nel rugby, una grande occasione per raggiungere l’alto livello: Romania, Lettonia e Georgia nella sola Europa, hanno lavorato duramente per guadagnarsi una possibilità. La crescita continua di squadre come la Croazia o l’Ucraina ci dimostra che il rugby 7s è davvero un gioco senza confini tradizionali.
Ancora meglio questo si è evidenziato in Africa, con la qualificazione della Tunisia, che ha eliminato le ben più quotate Kenya e Uganda. E c’è molto da aspettarsi nel 2013.
Il Sud Africa, ad esempio, ha mostrato a Dubai nelle ultime settimane che non ci sono certezze, quando si tratta di raggiungere le finali dei tornei più importanti e la prossima tappa delle Series a Houston, che dovrebbe vedere l’Inghilterra con tutte le giocatrici più importanti presenti, sarà certamente affascinante.
C’è poi da sottolineare il ritorno della Nuova Zelanda, a Dubai le 7s Ferns hanno spazzato via dubbi ed avversarie, fatto questo estremamente positivo in quanto non si sono mostrati gli effetti negativi delle apparizioni sporadiche dal 2009. Con la costante presenza nelle World Series le neozelandesi miglioreranno ulteriormente e potranno diventare la rivale più accreditata dell’Inghilterra.
Quattro anni è un periodo lungo nello sport, ma se guardiamo a come il Sevens e tutto il movimento femminile si è sviluppato a livello mondiale dopo che l’Australia è stata incoronata campione del mondo nel 2009, possiamo dire che la scelta di puntare su questa variante del gioco è stata sicuramente una scelta che valeva la pena di fare. La Rugby World Cup Sevens sarà il culmine di quest’anno per il gioco delle ragazze e sono sicuro che lungo la strada ci sono sicuramente alcuni colpi di scena interessanti.
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