Storie ovali tra l’Ubagu e il Tinasso. Potrebbe essere il titolo di un racconto di Italo Calvino. È realtà, come lo è un racconto di Italo Calvino. Un venerdì, verso le 19.45 il furgone dell’Imperia Rugby scarica alcune competenti giocatrici al campo di Pian dei Cavalieri di San Remo, tra Borgo Opaco e il Tinasso. Luogo marginale, ma fondamentale per il rugby a San Remo. Qui si allena una volta alla settimana la squadra maschile della Union Riviera, qui viene al venerdì quella femminile di rugby seven, tranne che il venerdì a ridosso dei concentramenti di Coppa Italia. È l’occasione per provare, per le ragazze di San Remo e dintorni. E le veterane imperiesi aiutano, inseriscono, spiegano, dall’altro del quinto posto nel ranking seven femminile. Il coach Francesco La Macchia crea percorsi ginnici di rilievo, con squat, pesi, salti, coordinamento motorio. Si gioca, al tocco, si placca, si cintura, non ci si tira indietro. Il campo si riempie, qualcuno osserva, stranito, per l’ovale a San Remo. Seguirà una partita di calcetto, ancora al femminile, ma il rugby è ormai un punto fermo in una città povera di spazi per lo sport. Un punto a favore dei valori di quest’ultimo.