- Cosa ti aspetti dall’edizione 2020?
Nella macchina organizzativa del torneo di Tarvisio c’è tanta voglia di crescere, tanto dal punto di vista del gioco sul campo, quanto del contorno che si sviluppa attorno alla manifestazione. Penso che, arrivati all’ottava edizione, il torneo si sia evoluto con costanza. Dobbiamo sistemare ancora molte cose, ma la volontà e l’intraprendenza del gruppo di lavoro c’è. Sono molto fiducioso. - Quali le novità?
Abbiamo deciso di puntare molto sul tema della manifestazione, per l’edizione 2020. Per intenderci Horror Movies. Mi auguro, quindi, che oltre a venire a godersi lo spettacolo del torneo, molte persone vengano per fare festa durante e, in particolare, nelle serate dedicate. - Lo Snow è un torneo vivo tanto in campo, quanto nelle feste. Cosa ti piacerebbe accadesse in entrambe le situazioni?
Diciamo che la priorità è portare avanti i valori del rugby: per intenderci, avversari in campo, ma amici fuori. In 8 edizioni tutte le squadre si sono veramente amalgamate, al punto di darsi appuntamento per fare festa proprio qui a Tarvisio. Una cosa bella se si pensa che le formazioni arrivano da buona parte d’Italia ed Europa. - Valorizzazione del territorio, promozione del tarvisiano e divulgazione di una mentalità sportiva concreta. A fronte di tutto questo, dove vuole arrivare l’Alp Rugby Tarvisio?
Promuovere il tarvisiano attraverso il rugby. So per certo che molte squadre, una volta conosciuto Tarvisio, sono arrivate prima per sciare e godersi le bellezze del posto, allo stesso tempo molti giocatori sono tornati per contro proprio, con le famiglie e questo è un aspetto molto positivo per il nostro lavoro; tanto quello che abbiamo svolto, quanto quello che andremo a svolgere. - Sogno nel cassetto?
Se lo Snow Rugby arrivasse alle Olimpiadi sarebbe un bel traguardo per noi che siamo stati i primi a promuoverlo. Poi una nazionale di Snow Rugby non sarebbe per nulla una brutta cosa. Aspettiamo e continuiamo a lavorare sodo per valorizzare questa fantastica disciplina.