Ricevo e pubblico una breve intervista rilasciata dal presidente  della societa’ Asd Rugby San Mauro, Ubaldo Dipietra, che traccia le linee programmatiche  della societa’ e le sue possibili evoluzioni nel tempo.:

Ci ritroviamo sulle nostre pagine per un’intervista con il Presidente del Rugby San Mauro Ubaldo Dipietra.

Presidente, siamo alla ripresa dell’attività sportiva, quali programmi per quest’anno?

Prima di risponderle le chiedo una cortesia, non mi chiami “Presidente”. In una società partecipativa come il Rugby San Mauro, dove tutta la struttura organizzativa è sostenuta dall’impegno dei genitori dei nostri giocatori mi sembra di appropriarmi di qualcosa che è patrimonio di tutti.

Ma allora …

Guardi, al Rugby San Mauro “un solo Presidente” Tonino D’Altorio, un uomo che ha tracciato le linee guida della nostra Società per moltissimi anni e che prematuramente  ci ha lasciato.

Lo conoscevo personalmente e ne ho sempre apprezzato le qualità di “uomo di sport”.

Naturalmente anche quest’anno l’impegno del Rugby San Mauro parte dal Settore Propaganda, cioè dai bambini che vanno dai sei ai quattordici anni per continuare con le due formazioni Giovanili Under 16 e Under 20 e con la squadra Seniores; un impegno forte che vede i nostri 350 ragazzi cimentarsi negli otto campionati delle varie categorie Regionali e Interregionali.

Trecentocinquanta ragazzi . . . ma sono un esercito. Come fate a gestirli?

La risposta è semplice, con l’impegno perseverante di tutti…. ma naturalmente detta così è troppo semplice.

Già….infatti…. ma chi sono quelli che lei chiama “tutti”?

“Tutti” sono coloro che in modo diretto o indiretto consentono alla nostra Società di “vivere”.

Un esempio è la presenza attiva dei genitori nell’organizzazione della nostra Società dove ricoprono ruoli di Consiglieri/Dirigenti/Accompagnatori, una partecipazione intensa ed appassionata che ci consente di far fare sport ai nostri ragazzi e congiuntamente diffondere i valori di rispetto e lealtà insite nel gioco del Rugby; ma, se mi posso permettere, anche la diffusione della cultura del “terzo tempo”, elemento distintivo del nostro sport, è senza ombra di dubbio un momento che va ben al di là del dopo partita e si trasforma in un evento di vita sociale che la location di Parco Einaudi certo favorisce.

Tutti sanno, ancora ad esempio, che la necessità primaria di ogni Società Sportiva è quella di avere strutture adeguate per svolgere le proprie attività; bene, l’anno scorso abbiamo firmato un accordo intersocietario decennale tra le Società Sportive che operano in Parco Einaudi, allo scopo di razionalizzare l’utilizzo delle strutture esistenti (campi e spogliatoi), questo ci ha permesso di gestire al meglio la programmazione degli allenamenti e di conseguenza la crescita tecnica dei nostri giocatori; oggi, nell’ottica degli interventi di riqualificazione del Parco Einaudi, abbiamo avviato con l’Amministrazione Comunale un fattivo dialogo circa  la manutenzione del campo di allenamento, acquisito a seguito dell’accordo intersocietario che le dicevo prima, la manutenzione e l’ampliamento dell’impianto di irrigazione dei campi, la realizzazione di un’area tecnica per l’utilizzo della “macchina della Mischia”.

Ecco, le famiglie che partecipano attivamente alla vita delle Società Sportive, l’Amministrazione Comunale, le altre Società Sportive, sono alcuni di quei “tutti” che operando sinergicamente insieme danno forza e caratterizzano la vita sociale sul territorio.

Ricordo alcune vostre feste di Natale o di fine stagione; le ricordo con piacere proprio per il clima di partecipazione attiva che si respirava; ma tornando più direttamente agli aspetti agonistici, i ragazzi della Prima Squadra quest’anno se lo giocano il campionato?

Direi proprio di si. La voglia di dimostrare il loro valore è tanta ed è tanto l’impegno che stanno mettendo nella fase di preparazione al campionato. Dopo la dura esperienza dell’anno passato il gruppo si è ricompattato con l’inserimento degli elementi più giovani, provenienti dal Rugby San Mò, sotto la guida di Mauro Monfrino e Stefano Rista hanno la possibilità di ben figurare in un Campionato Interregionale che accoglie tutte squadre di buon livello.

E le giovanili?

Com’è ormai tradizione per noi, da molti anni partecipiamo a tutti i campionati delle categorie giovanili previsti dalla FIR (Federazione Italiana Rugby) essendo questo uno dei punti di orgoglio del Rugby San Mauro. Quest’anno abbiamo spostato la gestione tecnica dell’Under 20 sotto l’ala protettrice di Mauro Monfrino che supportato dai nostri due tecnici “Jolly”, Ciccio Cavallera e Luca Grazian, avranno il compito di far maturare il gruppo e renderlo preparato tecnicamente e psicologicamente al passaggio in Prima Squadra. Inoltre l’Under 16, punto di snodo fondamentale per la crescita agonistica dei ragazzi, è stata affidata all’esperienza ed alla capacità di Sandro Monfrino, che per il primo anno allena a San Mauro; il suo compito è impegnativo ma oltremodo stimolante, deve gestire un gruppo numeroso di ragazzi provenienti dalla categoria inferiore facendoli crescere rugbysticamente e nel contempo renderli consapevoli delle proprie potenzialità;  è una bella squadra che, pagato lo scotto del passaggio di categoria, saprà farsi valere. Infine l’Under 14, primo vero approccio al Rugby giocato, seppur ridimensionata nel numero, per il passaggio alla categoria superiore di molti ragazzi, sotto la guida  attenta e capace dell’allenatore Ugo Giletta,  sarà in grado di togliersi qualche bella soddisfazione.

Mi diceva prima che giocano a rugby anche bambini di 5/6 anni?

Si certo, anche il Rugby, come molti altri sport può essere giocato sin da piccoli, naturalmente con delle regole specifiche che ne esaltano la ludicità più che gli aspetti tecnici.

La invito a venire sul campo un sabato mattina quando si ritrova il gruppo dei bambini della Propaganda con i loro allenatori, bambini dai 6 ai 12 anni, fantastici, mentre loro giocano, i genitori socializzano tra loro adoperandosi per organizzare il terzo tempo a fine allenamento. E’ un’esperienza molto bella; posso dire con orgoglio che le nostre “mamme delle torte”, come amiamo chiamale, sono state un esempio imitato anche dalle altre Società Sportive presenti in Parco Einaudi.

Quindi un’attività a tutto campo.

Assolutamente si, come tradizione per noi. Quanto le ho raccontato però, è solo una parte di quello che facciamo.

Come solo una parte, mi spieghi meglio?

Quello che da sempre ci ha caratterizzato come Società nel mondo rugbystico Piemontese è l’attività di diffusione del Gioco del Rugby, che da più di quindici anni attuiamo ininterrottamente nelle scuole elementari, medie e superiori della fascia dei comuni precollinari (San Mauro, Castiglione, Gassino ecc.), nonché nelle zone di Torino confinanti con il Comune di San Mauro Torinese. Questa attività, coordinata da Pasquale De Simone ed attuata da Ugo Giletta con l’aiuto di  alcuni nostri giocatori che frequentano il SUISM (Scuola Universitaria Interfacoltà in Scienze Motorie), ci consente di far conoscere il Gioco del Rugby a centinaia di ragazzi nell’ambito della loro formazione scolastica. Un esempio per tutti la Scuola Media di Castiglione  e l’ITIS Avogadro di Torino ormai da tempo affiliate alla FIR come Società Sportive patrocinate dal Rugby San Mauro, che ormai da anni contribuiscono in modo fattivo alla diffusione del Rugby di Base.

Un’attività a tutto tondo.

Si, lavoriamo a 360 gradi con l’obiettivo di far conoscere il nostro sport e diffondere la Cultura del Rugby, fatta di lealtà e rispetto reciproco.

Per chiudere, c’è un sogno chiuso in un cassetto che vorreste veder realizzato?

Guardi, da anni stiamo lavorando affinché il Rugby San Mauro riesca ad esprimere un livello di gioco in grado di portare e mantenere la Prima Squadra in Serie B, questa è un’ambizione che i nostri ragazzi sentono e perseguono, ma quanto sopra ha la necessità di essere sostenuto anche da strutture adeguate; in questo senso, buttando il cuore oltre l’ostacolo, abbiamo presentato all’Amministrazione Comunale di San Mauro T.se un progetto di riqualificazione della vecchia discarica di Parco Einaudi, ormai in disuso. Il progetto lo abbiamo chiamato “Rugby Green Village”, cioè la riconversione di quest’area in uno spazio aperto, dedicato e accessibile a tutti con percorsi ginnici e isole di ricreazione e gioco per i bambini nel quale inserire le strutture tipiche del rugby: due Campi da Gioco ed una Club House. Un sogno che ormai non è più nel cassetto ma, come ci insegnano i più moderni progetti di riqualificazione industriale realizzati in Germania ed i parchi dello sport della vicina Francia, può diventare un esempio di riqualificazione del territorio da imitare.

Allora possiamo dire che “la palla è in gioco” ….

Certamente si, anche se siamo consapevoli che questa meta è ancora lontana, ma è certo che lotteremo con la determinazione che è tipica del nostro sport per poterla raggiungere.

Grazie per il tempo che ci ha dedicato.

Grazie a lei ed al suo giornale per l’opportunità che ci avete dato.