PERUGIA – In un momento in cui lo sport è a corto di fondi e le politiche sulle gestioni delle strutture dominano le cronache dei giornali, c’è una società sportiva che ogni anno si rimbocca le maniche e fa da sé. È quella del Rugby Perugia. Questa realtà lavora in silenzio e da anni si gestisce le sue strutture per conto proprio, a proprie spese, utilizzando spesso anche gli stessi atleti, compresi quelli professionisti della prima squadra della Barton.
All’inizio della scorsa stagione, ad esempio, il team building voluto dalla società ha coinvolto i dirigenti ed i giocatori che hanno effettuato lavori di straordinaria manutenzione. Episodio che è servito – oltre al bene delle strutture – a rinsaldare e fortificare i rapporti tra tutti, trasversalmente. Il presidente, il giocatore ed il magazziniere, ad esempio, hanno lavorato con la pala ed il piccone insieme. Questi momenti hanno insegnato a tutti – come la filosofia del Club vuole – che il bene comune va curato e tutelato e che non si può sempre aspettare l’aiuto dall’alto.
Quest’anno il Rugby Perugia ha firmato con il Comune di Perugia una convenzione decennale per la gestione dei due campi da rugby, di quello da baseball e le annesse strutture. Dopo tale rinnovo, visto quale base per rafforzare ulteriormente l’impegno della società nella cura degli spazi comuni, il presidente Alessio Fioroni ed il direttore generale Marco Tesorini fanno il punto della situazione.
Questa convenzione è il raggiungimento di un obiettivo ed allo tempo il punto di partenza della programmazione di un intervento strutturale sui campi e sugli annessi dati in gestione?
“Sì, – risponde Alessio Fioroni – è un punto di partenza importante. Abbiamo già iniziato delle opere di miglioria a nostre spese senza chiedere nulla a nessuno, come è nostra abitudine. Ci siamo ‘rimboccati’ ancora una volta le maniche ed abbiamo messo mano alle criticità che erano presenti. Il nostro obiettivo è quello di continuare ad investire ed a migliorare sia gli spogliatoi sia la club house, la quale è già oggetto di intervento in questi giorni con delle opere di miglioria e di ampliamento che hanno riguardato le cucine e la sala principale. È evidente che l’impegno è importante ma non ci spaventa. Crediamo che si debba partire dalle strutture per creare le fondamenta per un Club serio ed autonomo. In questo lavoro di riqualificazione un ruolo fondamentale lo sta avendo il vice presidente Roberto Cirimbilli, è l’operativo che è tutti i giorni sul campo ad occuparsi direttamente delle cose”.
I rapporti con il Comune di Perugia come sono?
“I rapporti con l’Amministrazione – prosegue sempre il presidente Fioroni – sono sin da sempre improntati sulla collaborazione reciproca. Ci piace riscontrare l’apprezzamento verso il nostro atteggiamento fattivo e concreto. Dal canto nostro abbiamo sempre e solo chiesto chiarezza e linearità, che fino ad oggi non è mai mancata”.
Qual è la filosofia del Club?
“Questo approccio legato alla gestione delle strutture rientra in un quadro più ampio della visione della nostra società che è fondata sui principi del rugby quali il rispetto, il sostegno e la lealtà. A tale proposito a breve saranno presentate una serie di iniziative, interne ed esterne al Club, che avranno come oggetto l’etica sportiva, la promozione del rugby, dei propri valori e l’allargamento alla base dei praticanti e dei sostenitori”.
Marco Tesorini, direttore generale del Rugby Perugia, qual è il codice etico che andrete ad illustrare?
“Parleremo di tutti i comportamenti che devono avere gli atleti, sia in campo sia fuori. Non dobbiamo mai dimenticare che un giocatore di rugby rappresenta sempre la maglia che porta, in ogni momento della giornata. È un aspetto a cui teniamo molto perché abbiamo sempre detto che è uno degli elementi fondanti del rugby. I ragazzi devono sentire questi comportamenti come propri e farne un esempio di vita. Significa che elementi come la lealtà, il rispetto ed il sostegno sono elementi a cui crediamo fortemente. Su questa cosa del codice etico vorremmo organizzare una serie di incontri nelle scuole, partendo dall’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado e dai primi due di quella del secondo grado, che devono servire ai ragazzi per far capire loro cosa è il rugby. In questo contesto li inviteremo anche a venirci a trovare e a provare a giocare. Accanto a questi principi sul comportamento seguiremo anche un discorso salutistico. Avremo un nutrizionista che seguirà tutti i nostri ragazzi. È stato sempre facile abbinare l’obesità al giocatore di rugby ma questo non è assolutamente vero. I nostri ragazzi saranno seguiti fin dalle giovanili. Anche se con un po’ di presunzione vorremmo provare ad essere visti come una società modello”.
Anche Mauro Bartolini, socio fondatore e titolare insieme al fratello Silvano di Barton, condivide da sempre i valori del rugby. “Questo è uno sport molto nobile”, dichiara. “Barton – prosegue – è vicino a questo sport ormai da anni. Condividiamo appieno la filosofia di competizione che c’è e quella di rispetto dell’avversario. I valori morali di Barton combaciano esattamente con i valori morali del rugby”.