Conosciamo meglio Euro XIII un progetto che coinvolge l’Europa del Rugby League, ma che ha forti ed importanti ricadute su tutti i campionati nazionali. Vi potranno, infatti, partecipare delle squadre che selezionano i migliori prodotti del torneo domestico, più qualche giocatore di maggior esperienza; qualche “acquisto” sarà ammesso. Un modo come un altro per lavorare alla base e dare continuità ad uno sport che, almeno in Europa, è da sempre succube del più forte Rugby Union. Abbiamo disturbato Tiziano Franchini, esperto di rugby a XIII e uno dei coordinatori di questo torneo di Euro XIII.
Come e perchè è nato il progetto EURO XIII?
Il progetto Euro XIII è nato da una mia telefonata al signor DEAN BACHAN, per avere informazioni dettagliate sull’iter procedurale della RFL per accettare i VALENCIA HURRICANES nella ligue 1 inglese, visto che sarebbe stato bello seguire la strada dei cugini spagnoli ed inserire una franchigia italiana di rugby league nel campionato inglese.
Quella telefonata di richiesta di informazioni, si è trasformata in uno scambio di idee sul futuro del rugby league in Europa. Fondamentalmente ci siamo confrontati sulle difficoltà di sviluppare lo sport, sulle difficoltà di coinvolgere e lavorare concretamente sulle realtà zonali, sulla mancanza di avere un ritorno di immagine dello sport domestico sia a livello locale che a livello europeo, sul rapporto di ostilità del rugby union. Dopo tanti anni di coinvolgimento diretto con le altre nazioni di rugby league europee, ho riscontrato che le problematiche sono le stesse. Continuando la conversazione si è riscontrato che le problematiche erano simili ed attuali sia in Italia che in Spagna, quindi si è passati a discutere su come risolverle e la comune risposta è stata quella di unire le forze per creare uno sviluppo del rugby league sostenibile in tutta europa. Dopo varie riflessioni si è quindi arrivati ad accordarsi sul concetto di EURO XIII, ossia una competizione europea sostenibile, che si fonda sullo sviluppo standardizzato (uguale in tutti i club che partecipano alla competizione) dello sport del rugby league domestico.
Il concetto di questa competizione è quella di fornire a tutti coloro i quali (giocatori, arbitri, dirigenti, clubs) siano interessati a sviluppare il rugby league nei propri territori con una visione uguale per tutti, di partecipare ad una competizione di caratura europea che possa dare una visibilità maggiore, e che possa divenire per i club stessi la chiave di volta per radicare con continuità e produttività il rugby league nel loro territorio.
Ovviamente, la competizione è solo un punto di partenza su cui strutturare uno sviluppo piramidale per il coinvolgimento e/o formazione di nuove realtà limitrofe a queste “franchigie”.
Quante nazioni vi parteciperanno?
Lunedì 11 maggio 2020, abbiamo avuto un incontro con i rappresentanti di 25 clubs di tutta Europa, rappresentanti 15 Nazioni, che hanno manifestato la volontà di partecipare a questa competizione, compilando e firmando una manifestazione di interesse, inviata precedentemente, altrimenti non si poteva partecipare all’incontro. L’invito è stato fatto recapitare a tutte le Nazioni di rugby league europee.
Successivamente abbiamo notato che l’interesse è aumentato considerando che le richieste di partecipazione sono passate da 25 a 32 e che i paesi coinvolti sono passati da 15 a 21.
Considerando le numerose richieste, insieme con i club si è voluto ampliare la competizione per il 2021, da 8 a 16 squadre. Considerando questo interesessamento da parte dei club europei possiamo già dire di aver ottenuto un ottimo risultato di aver coinvolto in questo progetto il triplo di squadre è un bel risultato.
Che incidenza potrà avere sul campionato italiano?
Come detto in precedenza, l’obiettivo è quello di dare al movimento di rugby league italiano, un’enorme possibilità di crescere e di dare al rugby league la visibilità che merita. Siamo sempre stati condizionati dalla mancanza di continuità, questa è la possibilità di fornire ai nostri tesserati opportunità di emergere, formarsi, e di giocare a rugby league tutto l’anno. Il modello “franchigia” verrà strutturato con un modello piramidale, dove la franchigia sarà la punta, che avrà al suo livello inferiore i club domestici della zona, e all’ultimo livello i giocatori che lotteranno, giocando il campionato domestico, per entrare a far parte di questo super club.
Ovviamente per poter entrare nella rosa delle squadre che parteciperanno all’EURO XIII, ci sarà la necessità di giocare il campionato italiano.
Vista la programmazione che la F.I.R.L. ha per il prossimo biennio, EURO XIII sarà una delle tante opportunità per i giocatori di calcare palcoscenici internazionali del rugby a XIII.
La formazione che vi parteciperà sarà una selezione? Se sì, chi vi potrà accedere?
Si pensava a 2 squadre, che rappresentino il movimento di rugby league italiano, ma l’ultima parola l’avrà il comitato organizzatore di EURO XIII.
Una proposta audace per il 2021. Con un campionato domestico, si potrebbe diventare un riferimento per le possibilità ovali italiane.
Il nostro obiettivo è quello di propagandare, diffondere, sviluppare e consolidare il rugby league in Italia. Questa competizione europea sarà l’opportunità per coinvolgere a fondo intere zone territoriali, non solamente con la costituzione di formazioni per il campionato europeo, ma anche con una politica di coinvolgimento del territorio a 360°.