Di Andrea Pelliccia
Una partita.
Quindici giocatori per parte. Un pallone ovale da contendere e da portare avanti fino a varcare la fatidica linea che passa per la porta a forma di H.
Non c’è dubbio, è una partita di rugby.
Ma a disputarla non sono giocatori che somigliano a Castrogiovanni o a Mirco Bergamasco, ma giocatori tutti uguali tra loro. Di plastica.
Un gioco da tavolo, insomma. Il più famoso. Il Subbuteo Rugby, ovvero la versione ovale del più noto (e praticato) Subbuteo.
La visione del panno verde con le miniature basculanti schierate e le porte sistemate sulla linea di meta è molto suggestiva: difficile resistere alla tentazione di provare qualche tocco “a punta di dito”.
C’è anche una specie di testuggine per le mischie e ci sono dei giocatori speciali per effettuare i calci piazzati.
Il Subbuteo Rugby ha una discreta schiera di praticanti anche in Italia. A soddisfare la mia curiosità su questo bel gioco, praticato da svariate decine di anni e mai uscito di moda nonostante l’invasione dei giochi elettronici, ci pensa Flavio Firmo. Bresciano, quarantatre anni, uno dei massimi esperti di Subbuteo Rugby in Italia: organizzatore di tornei, amministratore della community Table Rugby, giocatore del Subbuteo Club Leonessa di Brescia.
Flavio, quanti praticanti di Subbuteo Rugby ci sono nel nostro paese?
Indicativamente parliamo di un centinaio di persone divisi equamente tra collezionisti e giocatori. I primi amano collezionare le squadre dei vari campionati, mentre quelli che definisco giocatori preferiscono incontrarsi per disputare incontri veri e propri. Negli ultimi anni posso dire di conoscere personalmente quasi tutti i praticanti italiani, nonché un buon numero di stranieri, prevalentemente inglesi. Scrivo quasi cinquanta email al mese solo per tenermi in contatto con ogni singolo appassionato.
Esiste un calendario ufficiale delle attività relative a tornei e campionati?
L’attività si appoggia ai tornei di Subbuteo Calcio, ogni volta che abbiamo l’occasione di incontrarci ci contattiamo e ci diamo appuntamento. Una volta all’anno disputiamo un torneo esclusivamente di Rugby dove cerchiamo, per rendere più simpatico l’evento, di riprodurre i Mondiali. Nel 2011 ci siamo incontrati a Salsomaggiore, l’anno prima ad Affi in provincia di Verona.
Mettiamo il caso che io, sfidando l’ira funesta (e magari, in questo caso, giustificata) di mia moglie, decida di allestire nel salone di casa un campo di Subbuteo Rugby e invitare un bel po’ di amici. Come posso procurarmi il materiale per organizzare una partita in piena regola? Esistono dei rivenditori ufficiali?
Dobbiamo fare una premessa per capire molto del movimento. Il Subbuteo Rugby nasce dalla produzione della Subbuteo che, per correttezza storica, affidò la gestione ad una ditta esterna; parliamo di primi anni sessanta. Venne creata una confezione base che conteneva campo, porte, squadre e una serie di articoli noti ai collezionisti. Purtroppo le regole vennero studiate con approssimazione e risultarono ingiocabili fin da subito. Assistemmo quindi a un boom di vendite fino ai primi anni settanta, ma il gioco si fece la fama di macchinoso e poco divertente. Con l’avvento dei primi videogiochi e la crisi della Subbuteo di fatto il rugby sparì dalla circolazione. Per quasi un ventennio resistette un mercatino di appassionati che si scambiavano le vecchie confezioni senza però giocarvi. Da qualche anno, insieme a un manipolo di eroi, ho ripescato il gioco e ho riscritto quasi completamente le regole con il primo obbiettivo di renderle giocabili e divertenti. Contemporaneamente mi sono reso conto che affidarsi ai mercatini “carbonari” per reperire il materiale era da incoscienti visto che i prezzi lievitavano fino a casi estremi. Mi sono quindi impegnato per creare una serie di materiali facilmente reperibili e di prezzo accessibile. Tutta la produzione, che si sintetizza in campo, squadre, porte e palloni è reperibile sul sito www.tablerugby.com dove si possono scaricare anche le regole ufficiali.
Potrei poi cercare un club nel quale trovare persone che condividono la mia passione. Dove si concentrano le principali squadre di Subbuteo ovale in Italia?
Quasi ogni club di Subbuteo ha la sua sezione Rugby, qualcuna molto attiva come il nostro Leonessa Brescia. Ci sono poi club dove si gioca solo a Rugby come ad Arezzo e altri dove il rugby è prevalente. Sempre sul sito c’è un forum dove chiunque può trovare giocatori della propria città. Stranamente ci sono forse più appassionati al Sud che al Nord, dove invece il Rugby vero è più radicato.
Il Subbuteo gode da sempre di un’elevata popolarità per la capacità di simulare in modo semplice e realistico il gioco del calcio. Ho l’impressione che la versione rugby abbia qualche problema in più nel garantire il realismo. Che ne pensi?
Durante tutto il processo di riscrittura delle regole il mio mantra è stato: “se un giornalista, per esempio Munari, vede una partita non deve storcere la bocca, ma apprezzare il realismo che questo gioco offre”. In effetti è più realistico il Subbuteo Rugby del suo fratello maggiore calcistico. Mi piace sottolineare che proprio in questi mesi c’è un comitato di dieci giocatori che stanno aggiornando le regole per renderle ancora più accattivanti per i neofiti.
Le regole del rugby sono cambiate profondamente negli ultimi anni. È stato difficile per il Subbuteo Rugby adattarsi senza stravolgere le proprie caratteristiche di gioco di simulazione?
Il gioco deve essere soprattutto divertente e realistico. Ho la fortuna di riuscire sempre a coinvolgere persone che amano in maniera viscerale il rugby e che trovano in questa “simulazione” il terreno di sfogo della loro passione. Proprio la settimana scorsa ci siamo incontrati online per discutere di ruck, solamente della ruck.
Innamorato del Subbuteo ma anche scrittore. Con il Subbuteo che diviene fonte d’ispirazione per il tuo ultimo romanzo, intitolato “Il campione di Subbuteo” (EbookVanilla edizioni, 11 euro). A te il compito di raccontare la trama in poche battute.
In questo romanzo, il mio secondo in realtà, uso il Subbuteo per raccontare l’incontro tra un giovane giocatore e un vecchio campione degli anni ottanta misteriosamente sparito da venticinque anni per aver assistito a un crimine. Grazie allo scambio di esperienze i due cresceranno come uomini ritrovandosi ad affrontare e sconfiggere le proprie paure. Sono stato volutamente poco tecnico per non annoiare il lettore che non conosce i meccanismi del gioco. Si parla di tornei agonistici, sedute più psicologiche che tecniche. Non mancano alcuni riferimenti nascosti, tanto che più di un lettore mi ha chiesto: “ma il personaggio che appare in questa scena è quel tal giocatore?” Il romanzo non è autobiografico in nessun modo, mi sono ritagliato un personaggio secondario che mi rappresenta ma è talmente misterioso che solo uno degli oltre cento lettori ha indovinato qual è.
Un libro in cui emerge la bellezza ma anche la complessità di un gioco in cui l’aspetto tecnico è spesso secondario rispetto a quello psicologico. Una storia interessante e piacevole che non mancherà di appassionare anche i profani.
Ti ringrazio, in effetti l’ho scritto sperando di appassionare il lettore che non conosce il “nobile gioco”. L’anima l’abbiamo tutti e toccare le corde dell’emozione è lo spirito che ha guidato la mia scrittura.
Grazie Flavio, approfitto per ricordare il tuo blog:
http://flaviofirmo.wordpress.com/
In bocca al lupo e buon Subbuteo!