Con la prima fase della stagione praticamente andata in archivio, per la Under 16 dell’Asd Rugby Gubbio 1984 guidata da coach Giuliano Bossi è tempo di tracciare un primo bilancio dell’attività svolta fino a questo momento

“Credo che stiamo facendo un ottimo campionato – afferma il tecnico rossoblù – e di questo sono soddisfatto. Siamo secondi in classifica, abbiamo perso soltanto contro Perugia e tutti i ragazzi hanno avuto la possibilità di giocare. Tra il girone di andata e quello di ritorno si sono visti miglioramenti importanti, sia a livello di singoli che di squadra. Il gruppo si sta impegnando nella maniera giusta, non a caso la percentuale di presenze agli allenamenti è molto alta. Vincere naturalmente aiuta, ma le sedute settimanali sono anche divertenti e i ragazzi partecipano con lo spirito giusto”.

Quali possono essere quindi le prospettive della Under 16 nella seconda parte della stagione?

“Sinceramente molto curioso di vedere cosa combineremo nella seconda fase. Di sicuro la maggior parte dei giocatori si troverà davanti a un qualcosa di nuovo, dato che per la prima volta inizieranno a fare i conti con trasferte lunghe e squadre di altri bacini rugbistici. Sarà importante quindi capire come reagiranno di fronte a queste novità, tenendo presente che verrà richiesto loro un impegno certamente maggiore”.

Infine, come vedi il futuro del Rugby Gubbio?“Il futuro si vede dal presente. Sicuramente alcuni giovani interessanti ci sono, a cominciare proprio da alcuni elementi della Under 16. E’ chiaro che per avere una maggiore qualità servono numeri più grandi, in modo da creare una sana competizione interna che possa spronare i ragazzi a dare ancora di più. La società comunque sta facendo un ottimo lavoro per il miglioramento delle strutture e dato che i numeri sono in costante aumento non sarebbe male avere qualche istruttore/educatore in più. Infine, un altro fattore che può fare la differenza è quello di riuscire ad avere genitori più appassionati, che diano ulteriori stimoli ai ragazzi in modo da fargli vedere questo sport non come un passatempo, ma come un vero e proprio stile di vita”.