Di Francesco Brolis

Ho aspettato che finisse questo emozionante Sei Nazioni, per non distogliere l’attenzione dalle partite e dal grande lavoro fatto dalla nostra nazionale!

Davvero un grande anno, che ci ha visto vincere e convincere.

E’ finito davvero il tempo delle sconfitte onorevoli, ora possiamo perdere, vincere e giocarcela con tutti; grazie, soprattutto, al cambio di mentalità che Brunel ha imposto agli azzurri.

 

Dunque, archiviato questo magnifico Torneo, torniamo a parlare di Seven.

Tra qualche giorno inizia il torneo di Hong Kong, il più famoso torneo sevens e poi tutti i tornei estivi; anche in Italia, bisogna sottolinearlo, il seven sta riprendendo nuova linfa ed altra ne verrà data nelle prossime stagioni, visto l’entrata nei giochi Olimpici, a partire da Rio 2016.

Così mi sono riproposto di farvi conoscere il meglio possibile questo gioco, i suoi aspetti, le differenze principali e le regole che contraddistinguono il mondo del Seven.

Ci eravamo salutati, la settimana scorsa, parlando delle sue origini, oggi vorrei entrare un po’ più nel particolare. Come ci siamo detti nel primo appuntamento, non voglio paragonare in nessun modo il seven al rugby, tanto meno andare a giudicare quale sia il più bello, perche il rugby e’ rugby, punto e basta.

E’ indubbio però che alcune differenze specifiche del seven lo rendano davvero accattivante, veloce e  sopratutto piu’ intuitivo e facile da capire, anche per lo spettatore più inesperto.

Inoltre molte regole tendono ad aumentarne la spettacolarità delle azioni e dei tornei, facendo si che delle partite diventino veri e propri eventi.

Andiamo a vedere ora le differenze principali dal punto di vista tecnico:

parliamo di rugby a sette e la prima differenza e caratteristica e’, per l’ appunto, che in campo ci vanno solo 7 giocatori e non 15.

Tre di mischia, un mediano di mischia e tre  3\4, più cinque giocatori in panchina. Quindi una squadra di rugby a sette e’ composta in totale da 12 elementi. Durante una partita si possono effettuare al massimo 3 cambi.

Il campo ha le stesse dimensioni di quello normale ma i tempi inevitabilmente sono più corti, infatti,una partita dura sette minuti per tempo.

Nelle finali, invece, i tempi sono di 10 min.

Per quanto riguarda il regolamento, ci sono delle piccole modifiche che tendono appunto a rendere il gioco piu’ veloce e spettacolare.

La meta vale sempre 5 punti e la trasformazione 2, che però va effettuata obbligatoriamente in drop (calcio di rimbalzo), per velocizzare la ripresa del gioco ed evitare perdite di tempo.

Altra regola che vuole aumentare la spettacolarità del gioco e’ che la squadra che segna la meta, dovrà poi battere il calcio di inizio e non viceversa come accade nel rugby a XV; questo accade per evitare che una squadra nettamente più forte, abbia sempre la palla in mano anche dopo la meta.

Quindi chi segna, va a battere poi il calcio di inizio.
Il cartellino giallo, in caso appunto di penalità grave, vedrà il giocatore che lo subisce costretto a lasciare il campo per 2 minuti.

Per quanto riguarda le mischie e le touche, invece,a parte il fatto che appunto si giochano in 3,  le regole per le quali vengono concesse ed il loro giocarsi, sono le stesse.

In touche il lancio e’ affidato al mediano di mischia. Diciamo che statisticamente comunque  in una partita di alto livello (dati IRB) ci sono circa 4 mischie con un possesso dell’84%, mentre per quanto riguarda le touche, ne vengono giocate 2 a partita, con un possesso del 78%.

Uscendo da questi dati puramente statistici, il rugby seven e’ spettacolare e veloce; e’ giocato principalmente alla mano ed esalta alcune caratteristiche del gioco, con punti di incontro veloci e grandi corse ed azioni in velocità

Altra caratteristica che rende accattivante questo gioco, e’ che durante una giornata si possono giocate più partite ed i tornei, infatti, sono spesso organizzati su due giorni, con una prima giornata dedicata alle qualificazioni ed una seconda per le varie finali.

Fino agli anni 80\90 il rugby seven  è stato giocato alla fine dei vari campionati e spesso a carattere, assolutamente, amatoriale solo per restare in forma o per divertirsi tra amici, nel periodo di Off Season.

Ora la crescita del movimento e la spinta ricevuta dai vari tornei IRB e dall’entrata nei giochi Olimpici sta davvero creando una vera e propria specializzazione, tanto per gli atleti, quanto per i tecnici.

Giocare a seven richiede, delle notevoli capacità fisiche tecniche e tattiche.

La velocità specie in alcuni giocatori e le abilità  individuali di tutti, sono alla base del gioco, così come il placcaggio; se si sbaglia un placcaggio, infatti, quasi certamente si subisce una meta, quindi pur essendo un gioco molto tecnico e veloce necessità di una preparazione fisica e di un attitudine al sacrificio ed al sostegno che non hanno assolutamente nulla da invidiare al rugby.

 

Mancano 4 giorni al Torneo di Hong Kong e dopo queste prime brevi spiegazioni del gioco NPR seguirà tutto l’evento tenendovi aggiornati sui risultati.

 

I love Rugby

I love Rugby seven.