Dopo l’inutile vittoria di ieri, aumenta il rammarico per la sconfitta subita a Jesi. Occorre girare in fretta la pagina e iniziare a programmare la nuova stagione, sperando che finalmente sia quella buona
Smaltita, si fa per dire, la delusione per la promozione mancata per un soffio, cerchiamo di analizzare a mente fredda l’incontro di ieri facendoci aiutare, per quello che valgono, dalle statistiche.
Il primo dato che salta agli occhi è quasi assoluta parità nei tempi di conquista del territorio e di gestione del pallone: il Padua ha giocato nella metà campo avversaria per 39 minuti su 80, mentre ha tenuto l’ovale in mano per 42 minuti. È il segno, questo, di un equilibrio che si è mantenuto fino al 70°. Da quel momento in poi c’è stato un assolo ragusano e si spiega così il leggero predominio biancazzurro nel possesso di palla.
Altro dato che spicca è quello dei falli commessi: 12 per i ragusani, 7 per gli jesini. Evidentemente la spasmodica ricerca della vittoria, un terzo di questi sono stati dei fuori gioco, ha giocato un brutto scherzo ai giocatori di casa. A fronte di tanti falli, però, nessuna delle due squadre ha cercato la via dei pali. E se per i ragusani la scelta si spiega con la necessità di dover segnare almeno 4 mete per aver ragione dei propri avversari, per lo Jesi questo fatto ha un che di incomprensibile, visto che hanno rinunciato a piazzare due o tre calci piuttosto facili che li avrebbero messo al riparo da brutte sorprese. Di queste scelte, a fine gara, si è anche lamentato il coach marchigiano.
Ottima è stata la prova dei paduini su un fondamentale come la touche. Dopo il disastro di Jesi, i biancazzurri erano attesi al varco. Ieri, per fortuna, i meccanismi hanno funzionato più che bene: 12 touche lanciate, solo una persa. E che per gli jesini la superiorità nella partita dell’andata è stata solo una fortunata eccezione lo prava il fatto che sulle 11 touche lanciate, 2 sono state rubate dai ragusani, mentre altre due sono state sanzionate dall’arbitro come storte. Un bel riscatto, non c’è che dire.
Sostanziale parità anche nelle mischie. 7 per il Padua, 4 per lo Jesi, e ciascuno ha vinto le proprie. Equilibrio anche nel comteggio dei passaggi avanti: 6 per parte.
Infine, sono state cinque le mete segnate nell’arco degli ottanta minuti e di queste, due per il Padua e una per lo Jesi realizzate approfittando dell’uomo in più
Insomma, a leggerla con i numeri, quella di ieri è stata una partita da X in schedina. Sono poi bastati i 10 minuti finali perché l’X diventasse un netto 1. Peccato, allora, che i ragusani abbiano iniziato a giocare all’arma bianca solo a partire dal settantesimo. Se solo lo avessero fatto con qualche minuto di anticipo, probabilmente la partita avrebbe avuto un epilogo differente.
Ma con i “se”, purtroppo, non si fa la storia e non si vincono nemmeno le partite. Quello che si ottiene, invece, è far crescere il rammarico per la sconfitta di Jesi e per com’è arrivata.
E allora è meglio girare in fretta la pagina e iniziare a programmare la nuova stagione. Sperando che, dopo tre play off in quattro campionati, il prossimo sia quello buono.
Ragusa, 03.06.2013
Ufficio stampa Padua Rugby Ragusa
Meno Occhipinti, tessera dell’Ordine n. 125094