Abbiamo incontrato Edoardo Padovani nella conferenza stampa prima di Italia – Galles di Sabato 13 Marzo
Incontriamo il Galles nel suo momento migliore. Nelle prime due partite ha vinto, ma in entrambi i casi ha avuto per gran parte del tempo la superiorità numerica. Poi, invece, grande vittoria e grande prestazione contro l’Inghilterra.
Bisogna dire che anche nelle prime due partite il Galles ha disputato delle buone gare, riuscendo in due come back importanti. La vittoria contro l’Inghilterra gli ha dato sicuramente molta fiducia. Di certo venderemo cara la pelle. Con noi il Galles non ha mai avuto vita facile. Dobbiamo lavorare bene dal punto di vista fisico e fare una grande prestazione.
Cosa intendi lavorare bene sotto l’aspetto fisico?
Contro l’Irlanda abbiamo concesso troppo, non dobbiamo ripetere lo stesso errore.
Da un punto di vista mentale, invece? A volte sembra che uno o due episodi sfavorevoli vi facciano perdere sicurezza e confidenza
Siamo una squadra molto giovane e a volte l’inesperienza ci costa punti, perchè magari commettiamo dei falli nella nostra metà campo. Sono lezioni che dobbiamo imparare e ci aiutano a crescere. Sabato disciplina e fisicità saranno molto importanti nel corso della partita.
I tre quarti del Galles sono un mix di esperienza e gioventù. Cosa ne pensi?
Si è vista l’esplosione dei giovani. Penso al gran lavoro di Hardy, che con l’Inghilterra ha disputato una grande partita. Rees-Zammit lo abbiamo visto tutti. Inoltre North schierato a numero 13 è molto pericoloso perchè ha spazio come ball carrier. Noi stiamo lavorando per affrontarli al meglio e dobbiamo mettergli molta pressione. Penso, ad esempio, che con un gioco al piede efficace e la giusta pressione possiamo mettere in difficoltà Halfpenny.
Com’è cambiato il gioco dei tre quarti azzurri dai tempi di Brunel a oggi con Smith?
Ci sono somiglianze tra il gioco di Brunel, O’Shea e Smith, soprattutto per quel che riguarda la scelta tattica. Forse il gioco di Smith è più strutturato ma c’è sempre libertà nel gioco.
Come ti sei trovato a giocare a numero 10?
Mi sono divertito, è un ruolo che mi piace e mi aiuta a cambiare prospettiva in mezzo al campo. Erano anni che non giocavo in quel ruolo, mi aiuta a capire come si evolverà l’azione e dove potrà essere l’avversario nelle fasi successive. Poi, in generale, mi piace essere un playmaker della squadra.
Si è parlato dell’aumento dei km percorsi dai tre quarti durante le partite. Tornando all’aspetto fisico, quanto pesa l’aumento del kilometraggio?
Smith tiene molto al nostro lavoro senza palla, su come riposizionarsi in campo. E’ un aspetto molto importante ed è quello che serve nell’alto livello di oggi. Anche in prospettiva di come sarà il rugby del futuro.
Mentre voi sarete in campo contro il Galles si voterà il nuovo presidente della federazione italiana rugby. Questo periodo di campagna elettorale, a volte burrascosa, in qualche modo incide sulla vostra preparazione alla partita?
Direi nessuna pressione. Sappiamo che ci sono le elezioni federali, ma siamo presi da molto altro e non ci pensiamo.
Avete incontrato il Galles l’ultima volta nell’Autumn Nations Cup. Finì 38 a 18 con 5 mete gallesi e due italiane. Vi aspettate un Galles e un match molto diverso rispetto all’ultimo?
Non credo ci saranno tanti cambi nel Galles rispetto alla partita dell’Autumn Nations Cup e rispetto alle altre partite del sei nazioni. Sarà sicuramente una battaglia li davanti, sull’ uno contro uno e sul gioco al piede, per poter giocare nella metà campo avversaria e, come detto in precedenza, dovremo lavorare bene dal punto di vista fisico.
Quest’anno la Benetton, fino a ora, ha avuto una stagione strana. Negli ottavi di Challenge incontrerete Agen, con cui avreste già dovuto giocare. Che cammino possiamo aspettarci da Treviso nelle coppe?
La sfortuna è che non abbiamo mai avuto continuità del gioco. Per quanto riguarda Agen ne riparleremo a tempo debito. Adesso ci prepariamo ad affrontare Cardiff in casa e sarà molto importante vincere. A fine marzo penseremo poi a Agen.
Valerio Amodeo