Tra i tanti luoghi del rugby uno assolutamente bistrattato, ma fondamentale è, senza ombra di dubbio l’autobus. Come perchè? Quante partite sono state preparate nei viaggi, quante lacrime sono state versate, quanti battesimi sono stati fatti, senza dimenticare le risate, le canzoni e chi più ne ha, più ne metta. Oggi, quindi, sono costretto ad analizzare il peso dell’autobus all’interno del mondo ovale. Intanto diciamo che l’ecosistema bus è, fuor di dubbio, uno spaccato della società. E questo lo è da sempre. Mi spiego: ogni posto ha dei suoi passeggeri predefiniti. Aspetto che nel mondo ovale ha una caduta inevitabile sui ruoli. Certo anche i caratteri influiscono sulla seduta, ma diciamo che in questo articolo andremo a cogliere l’aspetto più goliardico del viaggio.

PRIME FILE

Allenatori e dirigenti la fanno da padrona. Diciamo che si mettono seduti davanti per fare gruppo e cercare di assomigliare ai tecnici d’alto livello. Un tentativo di fare i seri, anche se l’intenzione sarebbe quella di fare festa in ben altre posizioni del bus. Di tanto in tanto qualche genitore o congiunto si spinge all’interno del mezzo, ma durano un solo viaggio. poi schifati dalle abitudini generali della squadra.

FILE NON CENTRALI, MA VICINE AL MUSO DEL BUS (che descrizione sofisticata)

Di solito alcuni giocatori calmi, spesso le seconde linee si siedono in questi luoghi. Socializzano con i dirigenti, chiacchierano di tutto, tranne che di rugby e cercano di fare bella figura con l’allenatore. Di norma parlano per poco e poi si addormentano.

FILE CENTRALI

Qui la distinzione dei ruoli la fa da padrona. I piloni, corpulenti e caciaroni, si impossessano dei sedili più larghi. Normalmente quelli vicini all’uscita nel mezzo del bus e dintorni. Qui occupano almeno due sedili e li rendono quello che c’è di più affine alla propria casa. Per cui poche buone maniere. Tanto cibo, scoregge sempre attribuite al panchinaro di turno e urla a caso per attirare l’attenzione. Nei pressi, poi, vengono seduti i panchinari, preda dei piloni, così come l’estremo che, abituato dal campo a stare da solo si isola ed entra in una sorta di trance che dura fino al momento dell’arrivo al campo da gioco.

PRE ULTIME FILE

In questi luoghi si siedono i giocatori più trascinanti della squadra. In penultima, di solito, c’è il capitano. In questo modo, su questa seduta, fa il serio, ma mantiene la vicinanza all’ultima fila che rappresenta un mondo a sè stante. Anche il numero otto non disdegna questi luoghi, così può pensare e, allo stesso tempo, picchiare a caso chi fa troppo casino, secondo i suoi canoni. Almeno un centro è seduto qui, di solito il primo. Si rilassa, sorride alle sciocchezze che si dicono dietro e partecipa alle discussioni tra capitano e numero 8. Poi, in un mondo proprio c’è il mediano d’apertura: tutti gli parlano, ma lui non ascolta nessuno. Tutti vorrebbero un consiglio, ma lui è troppo impegnato a parlare al cellulare, via whatsapp ora e messaggio una volta, con la morosa del periodo.

ULTIMA FILA

L’ultima fila è la più ambita, sempre. Un unica sequenza di sedili dove si sistemano i più scalmanati. Le terze linee, che come in campo non riescono a stare ferme e le ali che, prima dormono per recuperare dalla notte del sabato sera e poi fanno casino infastidendo tutti e, spesso, prendendole per bene dal capitano di turno.

LE FRASI CHE SI RIPETONO IN BUS

  • “Quando arriviamo”, ancora prima di salire;
  • “Autogrillllll!!!!”;
  • “Oh, ma la pausa caffè”;
  • “Se facciamo un incidente, muore solo il conducente”, a mo’ di coro;
  • “Ma che si può fumare qui dietro?!”, questo in prima squadra;
  • “oh, ma un film non lo mettiamo? C’è quello che ha girato la sorella di Marchino (il pilone”), ci può insegnare qualcosa!!!”. Di solito a questo punto la corriera si ferma per via della rissa generale. Marchino viene fermato solo dopo l’intervento dell’allenatore. E del dirigente. E di qualche altra anima pia.
  • “Oh, ma l’aria condizionata?!”;

LUOGHI DEL RIPOSO IN BUS

  • Sedile. Troppo facile, tuttavia;
  • Distesi per terra, tra i sedili;
  • Se c’è un tavolino, lo spazio tra il sedile che guarda a poppa e quello a prua è l’ideale per distendersi;
  • L’appoggio della testa al finestrino, con bava durante il sonno e tremolio del vetro.
  • Durante le pause il bagagliaio, tra le borse. Si narra di giocatori addormentati da Venezia a Firenze nord.

BAGNO DEL BUS

Solo un pilone l’ha usato nel corso dei secoli (uno per squadra). Quello che arriva di prima mattina, aspetta di partire. Si fa dare le chiavi. E poi ci caga allegramente. Rendendo, di fatto, l’aria della corriera irrespirabile per tutta l’andata e il ritorno.

Insomma il bus è parte integrante di una squadra di rugby. L’accompagna in tante situazioni. E coccola i giocatori tanto nelle sconfitte, quanto nelle vittorie. Accoglie i sonni più profondi. Le litigate più vive. Le discussioni più di alto spessore. Viene sottovalutato, ma ogni giocatore, quasi per rispetto del mezzo, a fine trasferta lo svuota dalle proprie immondizie. Un gesto d’educazione. Un gesto voluto. Un gesto dovuto, per evitare le multe che il capitano è sempre pronto a dare in caso di mancata pulizia.