La nostra permanenza in Sicilia continua. Ovviamente con un viaggio. Lasciamo Messina per raggiungere Ragusa, non prima di essere passati a prendere a Taormina Pancrazio Auteri, social manger del Padua Rugby Ragusa, nostra prossima tappa. Raggiungiamo la splendida cittadina nel primo pomeriggio, venendo subito accolti da Carmelo, responsabile dell’accoglienza del Padua che ci aiuta a sistemarci in albergo. Questo primo incontro ci da la sensazione che il Padua è una realtà particolare. In tanti anni è la prima volta che sento parlare di un responsabile dell’accoglienza degli ospiti e il primo pensiero è che si tratti di un ruolo che tutte le società dovrebbero avere. La nostra permanenza ragusana prosegue, raggiungiamo il campo. Dopo aver fatto la conoscenza del presidente Vittorio Vindigni e di altri consiglieri, incontriamo finalmente Francesco “Ciccio” Schininà, team manager del Padua e nostro grande conoscitore della serie B. In compagnia di giocatori e dirigenti trascorriamo un tranquillo pomeriggio, dialogando di rugby e della Sicilia. In particolare, abbiamo approfondito diversi temi, tra i quali l’arrivo del nuovo tecnico argentino Montes, la soddisfazione di aver partecipato e raggiunto la salvezza in serie B con una squadra composta da soli ragazzi ragusani e quello relativo a un progetto di managment sportivo che il Padua Rugby vorrebbe approfondire in collaborazione con la federazione e l’università di Ragusa. Al termine della trasmissione radiofonica lasciamo il campo per dirigerci nella club house societaria.
Visti i racconti, i miti e le leggende che circondano sapevamo che avremmo affrontato uno dei migliori terzi tempi d’Italia, ma eravamo comunque inconsapevoli di ciò a cui saremmo andati incontro. Abbiamo assaporato diverse specialità siciliane, davvero ottime: dalla pasta alla norma ai cannoli (eccezionali), passando per l’immancabile caponata. Al termine della serata rientriamo in albergo, decisamente sazi, ma soddisfatti di aver incontrato una realtà viva e spontanea, che sta cercando di far crescere il rugby attraverso la ricerca di professionalità, in campo e fuori e cercando di esportare la Sicilia, e quindi Ragusa, in tutta Italia, attraverso le eccellenze gastronomiche del proprio terzo tempo.
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