Nella foto: Non Evans, ex capitano del Galles e giocatrice con più presenze con la maglia del dragone nella storia del rugby femminile gallese.

Da Ladies Rugby Club:

A pochi giorni dalla riunione del Board torna a far discutere la questione del Sei Nazioni femminile. Dopo che nei giorni scorsi Philip Doyle, head coach dell’Irlanda aveva espresso un giudizio negativo sull’idea di dividere in due il torneo, pur riconoscendo che per l’l’Irlanda questo avrebbe avuto degli innegabili vantaggi, oggi prende posizione anche una vera e propria leggenda del rugby femminile gallese e mondiale: Non Evans.
L’ex capitano del Galles ha affermato in una intervista per BBC Sport: “Se questo dovesse accadere (la divisione in due tier del torneo, NDA) sarà la fine del rugby a 15 femminile come noi lo conosciamo e non solo in Europa”.

In quest’ultimo anno sempre più nazioni hanno ridistribuito fondi e le risorse per il rugby femminile (vedi Irlanda nei giorni successivi al Grand Slam) verso il gioco a sette, in preparazione dei Giochi Olimpici del 2016.

L’Inghilterra, dopo aver vinto sette titoli consecutivi nel Sei Nazioni, ha scelto di dirottare le sue migliori 17 giocatrici sul 7s, al fine di concentrarsi sulla Coppa del Mondo Sevens di Mosca e difatti il XV di Gary Street alla fine quest’anno è arrivato terzo, dietro a Irlanda e Francia.

Gli Stati Uniti hanno messo sotto contratto a tempo pieno, le giocatrici del 7s, così come l’Olanda che è stata la prima ad investire seriamente su questo progetto. Oggi l’Olanda è considerata una delle migliori squadre sevens del mondo, ma di contro non si qualifica per la Coppa del Mondo a XV dal 2002.

Evans, che vanta ben 87 presenze con la nazionale del Galles, ha aggiunto: “Avessi 10 anni di meno avrei focalizzato tutto il mio allenamento per giocare a sette e far parte del Team GB per Rio 2016. Per me il sevens e le Olimpiadi rappresentano l’apice di questo sport. Paesi come il Canada stanno dirottando la maggior parte delle loro giocatrici sul sevens perché sanno che le Olimpiadi sono vicine. Quella sarà una piattaforma enorme per il rugby femminile, più grande di ogni altra cosa che abbiamo ora, ma se non avremo più i grandi tornei come il Sei Nazioni, il gioco a XV finirà per essere marginalizzato per le donne, una sorta di rugby diserie B e questo sarebbe molto triste.”

Sulla stessa linea anche il coach irlandese che in un intervista di qualche giorno fa ha affermato che la nuova formula pensata per il torneo: “Non è certo l’ideale per il bene del gioco a XV”, anche se naturalmente Doyle appoggerà in pieno la decisione della sua federazione.

E’ evidente che la questione è tutt’altro che semplice, ma sembra che siano in parecchi a pensare che questa soluzione potrebbe essere davvero il primo passo verso un’interesse sempre minore per il rugby a XV femminile.

La commissione si riunirà il 10 aprile, a noi non resta che aspettare e sperare per ilmeglio.