Nazionale Italiana Vigili del Fuoco, la parola al manager Dario Cavaliere

Dal ritiro della Nazionale dei Vigili del Fuoco a Lignano Sabbiadoro (UD), il manager Dario Cavaliere ci racconta la realtà azzurra e i progetti futuri.
Come ci si sente ad affrontare la ripresa di una stagione così piena di incognite?
Credo che se si vuole ricominciare senza darla vinta ad una situazione che ci sta castrando sotto tutti i punti di vista sia un passo doveroso se mi si passa il termine. Abbiamo ben Chiari tutti i dispositivi di protezione abbiamo ben chiare tutti i dispositivi di protezione e lavoreremo seguendo le linee guida federali. Confesso che c’è un po’ di emozione almeno in seno allo staff, ma credo che passerà in fretta lasciando spazio alla voglia di fare.
Siete campioni del Mondo in carica.
Su cosa baserete il prossimo futuro, a livello di preparazione i
pianificazione del lavoro?
Siete una realtà che vince,
convince e, soprattutto, lavora in maniera professionale. Di cosa
avreste bisgono per fare un ulteriore salto, guardando al futuro?
Al mondiale cinese siamo entrati in
contatto quasi per caso con un mondo di altissima professionalità
portato da Nolli Waterman e adesso cercheremo di mantenere questo
standard. A lignano Nolli lavorerà assieme al gruppo di tecnici
storici della squadra e questo non potrà che far bene a tutti. Con
lei è scesa in Italia anche Heather Fisher altra nazionale inglese
per il xv e seven che collaborerà con il preparatore atletico. La
nostra idea è quella di mantenere unito questo gruppo tecnico almeno
per i prossimi tre anni. Nel 2021 È infatti in programma uno stage a
Londra presso l’accademia Wasps (che dovevamo fare quest anno) chiuso
dalla partecipazione ad un importante torneo londinese. I
mondiali di Rotterdam sono stati spostati al 2022 e precederanno di
un solo anno quelli canadesi di Winnipeg. Dovremmo tornare ad avere
un supporto più ufficiale senza perdere la caratteristica vincente
di questo gruppo. Si tornasse a parlare di una scuola seven legata
alle Fiamme Rosse sarebbe a mio avviso ideale. Senza pensare al
momento a grandi cose, ma per far decollare ulteriormente un
movimento che ri cordiamo si autofinanzia per tutto.
Tu, nello specifico, sei l’anima di
questa nazionale da sempre. Cosa è cambiato nel corso deglle
stagioni, a livello di approccio dei ragazzi alla selezione dei
Vigili del Fuoco?
20 anni fa ai tempi pionieristici
l’approccio era più che altro curioso poi con il passare del tempo e
l’ingresso sotto l’ala ministeriale ci ha dato maggior seguito e non
nascondo che più di qualcuno abbia pensato ad un posto di lavoro.
Sfumata questa possibilità, adesso l’approccio dei ragazzi è
dettato dal fatto che siamo una realtà che lavora a livello
professionale, consentendo esperienze che altrimenti sarebbero
impossibili da effettuare. Quello che ci tengo a sottolineare è che
in ogni epoca Chi ha indossato questa maglia l’ha fatto incarnando
immediatamente lo spirito giusto che bisogna avere quando si portano
sul petto i simboli della propria passione e i simboli di un corpo
come quello dei vigili del fuoco. Adesso si può dire che noi teniamo
viva questa tradizione e siamo pronti non appena si potranno riaprire
le porte ministeriali a dare all’amministrazione una squadra coi
fiocchi fatta da giovani e che potrà vedere un futuro roseo.
A livello di rapporto con la FIR,
non pensi che un campionato Seven, (anche di selezioni) potrebbe
giovare non poco allo sviluppo di un movimento che stenta ad
affermarsi?
Credo che un campionato Seven possa
essere una cosa interessante, ma dovrà avere dei crismi ben precisi.
Dovrà avere un regolamento a cui attenersi fedelmente senza
eccezioni per uscire da quella aurea di birra e salsiccia, che troppo
spesso viene abbinata ai tornei. Vorrei poi che le squadre non
facessero gara a suon di soldi per poter schierare atleti magari
stranieri che nulla Servono al nostro movimento. Personalmente
apprezzo tantissimo altre realtà che da un po’ di tempo lavorano
nell’ambito del Seven Nazionale, basate su gruppi di amici che
lavorano e si allenano per migliorarsi senza ingaggi faraonici
Un tuo sogno nel cassetto, per
questa nazionale dei VdF?
Il mio sogno nel cassetto sarebbe
quello di vedere la squadra delle Fiamme Rosse! Una realtà che possa
essere laboratorio Olimpico per la Federazione. C’eravamo davvero
vicini nel 2009, poi per una inezia la cosa non si concretizzò.