‘Come se qualcuno mi imponesse di lasciare la persona che amo…’. Mauro Cantarello è innamorato della palla ovale. E sceglie queste parole per raccontare il suo sentimento. Ad agosto infatti l’ala del Rugby Frassinelle sorriderà alle 43 primavere, un traguardo che, secondo regolamento, gli impedirà di continuare a giocare a rugby. ‘Le regole sono regole – così il tre quarti gialloblu -, anche se sto attraversando un momento di forma fisica perfetto’. Impegno, abnegazione, determinazione, voglia, sacrificio, tutte caratteristiche che riempiono il bagaglio tecnico e personale di Mauro, diventato negli anni un senatore del Frassinelle, simbolo di un club che ora applaude l’uomo, prima ancora del giocatore. ‘Non credo che mancherò in campo, non ho mai fatto la differenza. Certo, se cambiasse la regola…’. Già, anche l’umiltà. Altra virtù che abbraccia il nostro rugbista.
Ultima stagione a Frassinelle per motivi regolamentari. Pensieri?
‘La lontananza dal campo sarà dura da digerire. Non sono stanco, mi sento bene e adoro questo sport. Ma le regole sono regole’.
Riavvolgiamo il nastro. Ha ricominciato a giocare a 30 anni, dopo le esperienze nel rugby giovanile.
‘Al termine delle scuole superiori ho iniziato a gestire l’attività lavorativa di mio padre. Ma a 30 anni ho poi deciso di rimettermi in gioco, seguendo il mio amico Massimo Benacchio a Selvazzano’.
Così è sbocciato nuovamente l’amore per la palla ovale.
‘Sì! Da quel momento ho realizzato che l’impegno in campo portava solo benefici, fisici e mentali, che poi influivano anche sulla vita quotidiana e lavorativa’.
Da 7 anni a Frassinelle. Come è nata l’opportunità di vestire il gialloblu?
‘Romanticamente, una sera d’estate, si è avvicinato a me Paolo ‘Leon’ Miola chiedendomi di unirmi alla squadra. Detto, fatto. Da sette anni il mio cuore è gialloblu’.
Quale è il suo rapporto con il rugby?
‘Penso che rugby renda le persone migliori e aiuti a crescere. Io credo che saltando anche un solo allenamento si rischi di rallentare il proprio percorso di crescita personale’.
Rimpianti?
‘Essermi fermato quando ero più giovane, forse nascondendomi dietro a impegni lavorativi che dovevo solo imparare a gestire’.
Un momento buio.
‘Il grave infortunio capitato nel novembre del 2013. E’ stata dura, avevo ancora qualcosa da dire in campo e ho temuto di non poter tornare. Invece, grazie al sostegno della mia compagna, Fabiola e alla caparbietà di Yarno Celeghin, dopo 15 mesi sono tornato in campo’.
Rimarrà nell’ambiente gialloblu?
‘Sicuramente, essendo diventato negli anni anche un dirigente’.
Un pensiero sull’ambiente Frassinelle.
‘Mi piace molto e non credo riuscirò a farne a meno. A Frassinelle, che io ritengo la massima espressione rugbistica della nostra provincia, ho incontrato persone stupende, che vivo dentro e fuori dal campo. L’ambiente è sereno e la cosa più bella è che c’è veramente spazio per tutti. Anche i più piccoli hanno la grande fortuna di avere Educatori e allenatori che credono nel proprio lavoro. Non è una cosa scontata’.
E verso i suoi compagni…
‘Auguro a tutti di continuare a giocare fino alla mia età. Il rugby è vita e una volta che sei un rugbista, lo rimani per tutta la vita’.
Lavoro, rugby e…Quali altri hobby le piace coltivare?
‘Un’altra mia grande passione è il Rally Cross Country. A giugno parteciperò al Mondiale di Pordenone con la Isuzu D-max. Sognando, chissà, magari anche la Dakar…’.