Giacomo Gragnani, seconda linea classe ’92, ‘lo stakanovista della mischia del Livorno Rugby’ è estremamente fiducioso in vista del campionato 2020/21. “Con qualche innesto di esperienza – dichiara il valido avanti – credo che avremo i mezzi per poter puntare in alto, a cercare palcoscenici più competitivi, categorie dove la squadra biancoverde è stato a lungo e dove, per il suo blasone, deve stare”. All’attivo del maggiore dei cugini Gragnani, 11 presenze da titolare nelle 11 gare giocate dalla formazione labronica in B in questa stagione 19/20, purtroppo sospesa per l’emergenza della pandemia del Covid-19. Al momento dello stop, i livornesi occupavano la seconda piazza, con 44 punti, frutto di nove vittorie e due sconfitte. Solo un altro giocatore biancoverde – l’estremo-apertura Pietro Canepa – ha disputato fin dal fischio d’avvio tutte le 11 partite di campionato. “Sono sempre stato un grande appassionato di rugby, disciplina che però ho iniziato a praticare tardi, a 22 anni. In precedenza ho giocato, anche in A1, a pallanuoto. Ho cominciato l’attività della palla ovale in C1, con i Lions Amaranto. Ho vissuto quei due anni con la massima intensità possibile, anche e soprattutto per raggiungere l’obiettivo che mi ero prefissato, ovvero riuscire in poco tempo a raggiungere un livello tale da potermi guadagnare la possibilità di giocare nel Livorno Rugby, società storica a livello cittadino e nazionale; società a cui sono legato da una fortissima tradizione familiare (suo nonno Giorgio e suo zio Luca hanno giocato con la squadra biancoverde anche in massima serie, ndc)”. “La decisione di passare nel Livorno Rugby l’ho presa quando andai a vedere, al ‘Carlo Montano’, la partita casalinga valida per la terza giornata del campionato 2017/18. Ospiti erano gli Amatori Parma. E’ una sensazione difficile da spiegare ma che ricordo molto bene: rimasi affascinato dal vedere quel campo, quei colori e quell’allenatore (Marco Zaccagna, ndc) che pretendeva tantissimo dai propri giocatori. In quel momento capii fortemente che era arrivato il momento di andarmi a prendere quell’obiettivo che mi ero prefissato precedentemente. Ci tengo a ricordare che presi quella decisione insieme al mio caro amico Odu (Oduware Imafidon, il trequarti tragicamente scomparso nel settembre 2018, ndc): ogni volta che indosso quella maglia biancoverde o che entro in campo anche solo per un allenamento, la testa mi va al suo bellissimo ricordo”. A guidare Giacomo Gragnani, nella stagione 2018/19, la sua prima annata con il Livorno Rugby, proprio Zaccagna, tornato ora sulla panchina della squadra biancoverde. Il seconda linea labronico è atleta di grande sostanza. “In questa ultima annata, ho giocato 11 partite ed ho realizzato solo una meta (a Siena, ndc): è secondo me un dato significativo. Sono un ‘lavoratore’: cerco di mettere tutto me stesso in campo, mi piace il tipo di sacrificio che mi viene richiesto e sono orgoglioso di dare tutto quello che ho ogni domenica. In squadra ci sono ragazzi molto preparati tecnicamente. A me e ad altri giocatori del pacchetto è chiesto il compito di svolgere il lavoro sporco e di mettere in condizione chi di dovere di segnare le marcature”. “A livello di squadra credo che il bilancio sia positivo anche se potevamo fare meglio in certe occasioni. Siamo arrivati secondi nonostante fossimo falcidiati da infortuni e difficoltà. Tali problemi ci hanno rafforzato ancora di più a livello di gruppo ed hanno permesso a moltissimi giovani della nostra under 18 di esordire in prima squadra. Credo che la forza del club sia proprio questa, ovvero di riuscire a sfornare ogni anno molti giovani validi a livello nazionale, che sono il valore aggiunto alla nostra realtà. E’ ottima l’opera svolta dalla società: le formazioni under 18 e under 16 stavano dominando i loro campionati nazionali. Per questo sono estremamente fiducioso per il domani e per il dopo domani di una squadra che deve puntare a categorie più prestigiose”.