Terza prestazione diversa in tre partite. Stesso risultato deludente per gli azzurri.

Se ci siamo alzati dalla sedia urlando al “quasi miracolo” di Parigi e morsi le mani dopo la meta di intercetto inglese all’Olimpico preceduti da 50’ minuti di buon rugby, la gara di oggi ha regalato la partenza falsa di Parisse e soci.

Delittuoso l’approccio dell’Italia in una partita cosi delicata da giocare sul filo di lana ,regalando agli avversari 17 punti ,dopo essere passata in vantaggio con il piazzato di Haimona.

Gli Highlanders gettano in campo la giusta rabbia di chi si sta giocando la strada di casa dopo nove sconfitte consecutive nel Torneo. Difesa d’acciaio, pochi rischi e prepotente in chiusa con WP Nel a far passare un pomeriggio da incubo a Lovotti.

L’Italia? Non vince un impatto e difficilmente va a contendere la conquista a terra, già prosciugata in mischia e in rimessa laterale (sontuosi i fratelli Gray)

Il lampo di Ghiraldini manda negli spogliatoi gli azzurri a distanza di break (10-17) ma i dubbi restano per quanto sono evidenti.

Nella ripresa l’Italia cresce ma non aggancia mai gli avversari. Ogni volta che la banda Brunel va sotto break, Laidlaw la punisce alla piazzola con il solito piede fatato.

Eppure il doppio giallo scozzese nel finale sembra dare la speranza, soprattutto dopo la meta di Fuser, per la rimonta azzurra se non fosse per l’eccesso di foga nel momento topico del match.

Sotto di nove punti e con più di dieci minuti dal termine, l’Italia gioca due calci di punizione velocemente sotto i pali senza concretizzare, riesce a non marcare una meta con Gori e Haimona sceglie un sanguinoso calcio a seguire con la seconda linea di difesa scozzese già schierata.

A questi livelli è troppo ed è giusto rimanere a becco asciutto.

Nel finale la Scozia dilaga e chiude con un pesante 20-36 che lascia poco altro all’ immaginazione.

Davide Libertucci

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