Carlo Napolitano, capo allenatore della nazionale Italiana di Rugby League, sa che l’anno 2013 sarà fondamentale per l’Italia, con una buona prestazione della sua squadra nella Coppa del Mondo, si aiuterà in maniera consistente lo sviluppo del Rugby League in Italia; “andiamo lì per vincere” commenta.
Dopo il torneo di qualificazione per i mondiali 2011, giocato con Russia, Serbia e Libano, che ha visto l’Italia vincere e prendere l’ultimo posto disponibile per la prima partecipazione alla Coppa del Mondo Rugby League 2013, il capo allenatore Carlo Napolitano, ex giocatore dei Salford City Reds di Super League e della nazionale italiana, sa che il momento attuale è il periodo più importante per lo sviluppo del Rugby League in Italia.
Questo autunno, gli Azzurri giocheranno la partita inaugurale della Coppa del Mondo contro il Galles, il 26 ottobre 2013, al Millennium Stadium di Cardiff, avendo tutti i riflettori ovali addosso, la guida tecnica e la Federazione sono consapevoli che molte cose potranno cambiare in Italia, tutte a favore del XIII.
“Sì, questo è un anno molto importante sia per l’Italia del Rugby League, che per lo sviluppo del gioco all’interno del territorio Nazionale” sottolinea coach Napolitano “Ecco perché è importante ottenere una buona prestazione nella Coppa del Mondo, così con questi risultati si può coinvolgere il panorama sportivo italiano, ed interessarlo al rugby league, spingendolo verso i club locali e, aumentare il numero di partecipanti”.
Perché è così essenziale avere gli importantissimi giocatori australiani rappresentando l’Italia?
“E’ importante capire che tutti i giocatori che verranno selezionati sono italiani e che la mia responsabilità, e quella del mio staff, è quella di scegliere i migliori giocatori che dimostreranno di essere all’altezza di una competizione iridata. Attualmente, il migliore Rugby League si gioca in Australia. Inoltre, avere una cospicua comunità italiana In Australia aiuta, e le norme del RL mondiale sono a nostro favore. La mia squadra sarà composta dai migliori giocatori in base all’abilità e non prenderò in considerazione codici postali o paesi di residenza. Avere giocatori di alto livello che giocano per il loro Paese sarà sempre di aiuto, il loro coinvolgimento assisterà la crescita del gioco nei confini nazionali”.
Prima della Coppa del Mondo a Ottobre, l’Italia giocherà la European Shield ma senza i nomi di alto profilo come il capitano Anthony Minichiello, il vice-capitano Cameron Ciraldo o Antonio Laffranchi, Vic Mauro, Aiden Guerra, Craig Gower e Chris Nero a causa di loro impegni con i loro club del NRL e Super League. Questo è positivo o negativo per il gioco in Italia?
“Purtroppo i giocatori di NRL e Super League sono professionisti a tempo pieno e quindi non potranno essere selezionati, in quanto le loro società di appartenenza non li rilasceranno. Tuttavia, si tratta di una grande opportunità per i giocatori italiani di rappresentare l’Italia e di acquisire una preziosa esperienza. Anche per gli allenatori, questo è positivo in quanto senza l’European Shied, noi, tecnici, non saremo in grado di vederli giocare. I giocatori di questa Coppa europea sono il futuro dell’Italia. Saranno i prossimi capitani nei loro club, i prossimi allenatori e si spera i prossimi giocatori di NRL e/o Super League”.
Qual è l’obiettivo principale di Rugby League in Italia?
“Aumentare il numero di giocatori, allenatori, squadre e divisioni che partecipano ai campionati italiani di Rugby League, in Italia. Speriamo di vedere giocatori italiani giocare nel Super League europeo nel prossimo futuro, e la gente li riconoscerà perchè l’Italia ha ottenuto buoni risultati nella Coppa del Mondo 2013”.
Ed il tuo obiettivo come allenatore italiano?
“Avere una prestazione molto buona nella Coppa del Mondo, si va in Inghilterra non per essere un numero ma per vincenti. Essere vincenti questo autunno, è una bella scommessa, ma se la vinciamo voglio immaginare che il pubblico italiano si sia appassionato al rugby league. Questa è uno degli obiettivi che come organizzazione F.I.R.L. ci appassiona e ci fa andare avanti”.
Quanto sono importanti i piccoli obiettivi nel gioco del rugby league?
“Hai ragione, tutti i piccoli obiettivi sia individuali che di squadra e una buona performance costante in ogni momento della partita sono importanti. In questo tipo di torneo abbiamo bisogno di concentrarci partita per partita, vincere e poi passare, a quella successiva. Non bisogna mai pensare al gradino più alto senza aver conquistato il primo”. (Carlo ride)
Ufficio Stampa F.I.R.L. Analia Pavan