I Lions Amaranto Livorno sono stati fondati nel 2000 e, a livello maschile, nei loro primi anni d’attività, si sono limitati a curare il vivaio. Nel 2007, per dare un naturale sbocco agli atleti nel frattempo maturati nel proprio settore giovanile, è stata allestita la prima squadra. Quello che partirà – o che dovrebbe partire.. – il prossimo 11 aprile, sarà il quattordicesimo campionato consecutivo degli amaranto a livello seniores. Nove dei tredici tornei in archivio sono stati vissuti in C1, gli altri quattro in B. Solo tre – al netto delle loro sporadiche assenze, che hanno determinato la ‘promozione’ in determinate gare dei loro vice – i giocatori che hanno indossato la fascia di capitano nell’arco di tale periodo. Nello sport della palla ovale, le mansioni di capitano, in una squadra, hanno un valore che va ben al di là della scelta di inizio partita ‘palla o campo’. Solo chi ha respirato l’aria di uno spogliatoio prima di una gara di rugby può comprendere cosa significhi essere guidati da un ‘vero capitano’.. Nelle prime sei annate, dal 2007/08 al 2012/13, l’onore di prender per mano i Leoni, come capitano, è stato affidato al mediano di apertura/trequarti Francesco Pacini, classe ‘82. Nelle annate 2013/14 e 2014/15 la piacevole incombenza è passata al suo coetaneo Edoardo Biagi, terza linea ala. Dal campionato 2015/16 in poi il capitano dei Lions è Luciano Scardino (per tutti ‘Lucio’), terza linea classe ’89. Per lui, dunque, tra due mesi (se davvero la stagione scatterà l’11 aprile…) si preannuncia il sesto torneo di fila con la simbolica fascia (che in realtà nel rugby non viene sistemata sul braccio): sta per raggiungere Pacini, fermo a sei campionati. “No, con l’amico Francesco – puntualizza Scardino – non sono vicino a ‘pareggiare i conti’. Nella scorsa annata, in B, fino a febbraio, prima della brusca sospensione dettata dall’emergenza della pandemia, abbiamo giocato solo undici partite. E nella migliore delle ipotesi, nel nuovo torneo, giocheremo dieci gare. Sommando i campionati 2019/20 e 20/21, al massimo si può considerare una stagione intera…”. Scardino, con i suoi 32 anni (da compiere ad agosto), è una sorta di ‘chioccia’ della squadra. “Oltre a me – chiarisce – ci sono in rosa altri elementi con una certa esperienza”. Esperienza dei meno giovani determinante per mantenere alto il livello dell’intensità e mantenere costante la voglia di sacrificarsi ed allenarsi in questo lungo periodo nel quale le sedute sono davvero particolari… “Sì, ma devo essere sincero: il lavoro di tutti quanti, anche dei ragazzi che da meno tempo sono entrati nel giro della prima squadra è prezioso. Il nostro è un gruppo molto compatto, composto da veri amici, nel quale determinati valori vanno al di là delle differenze anagrafiche. Ancora per qualche settimana, dobbiamo limitarci a sedute di carattere fisico-atletico, con tabelle personalizzate. Salvo nuovi rinvii, dall’8 marzo potremo finalmente ricominciare le classiche sedute con contatto. E poi, dall’11 aprile dovrebbe partire il nuovo campionato di B”. Deve ancora essere ufficializzata la formula del nuovo torneo. “L’importante è che possiamo in qualche modo riprendere con l’adrenalina delle gare con punti in palio”. I Lions, grazie ad un proprio illustre rappresentante sono ora protagonisti anche nel ‘Sei Nazioni’. “Siamo tutti quanti orgogliosi – commenta ancora Scardino – del favoloso percorso effettuato dal tallonatore Gianmarco Lucchesi, che nella nostra società ha iniziato a giocare, ad otto anni, e da noi è rimasto fino al 2018, quando ha effettuato il definitivo salto verso il mondo del professionismo. Lucchesi ha pienamente meritato di entrare stabilmente nel giro della nazionale maggiore e di giocare le partite del ‘Sei Nazioni’. È un ragazzo ancora molto giovane (è un classe 2000, ndr), ma ha già dimostrato di avere, oltre alle grandi qualità tecniche e fisiche, anche grandi doti morali. Grazie alla sua tenacia da ‘vero Leone’ ha saputo superare in modo brillante un brutto infortunio, peraltro rimediato nel corso di una partita dell’Italia under 20. È rimasto molto affezionato alla nostra realtà, che lo ha lanciato nel grande rugby”.