Che tu scelga di giocare a rugby o che tu ci finisca “per caso”, ci sono delle personalità “ovali” che inevitabilmente cominci a conoscere e apprezzare. Da Mario Battaglini, a  Stefano Bettarello, fino all’eterno Ivan Francescato, senza però dimenticare il mitico Marco Bollesan, di cui si narra nel libro “Una meta dopo l’altra” dello stesso Bollesan e di Gabriele Remaggi.

Marco Bollesan, ormai quasi leggenda, si racconta, dall’infanzia, non facile, alle partite che lo hanno visto protagonista. Dal campo alla panchina, allenatore della Nazionale durante il primo Mondiale della storia del rugby, e poi team manager quando gli azzurri raggiunsero lo storico traguardo dell’ingresso nel Cinque Nazioni dal 2000 Sei Nazioni. Non è un caso se in tutti i momenti storici del rugby italiano Marco Bollesan era presente. In questo libro, le vicende che lo hanno fatto diventare prima un giocatore di rugby, lui che ha anche vinto un titolo giovanile nel canottaggio, e poi un monumento vivente del rugby azzurro. Le zuffe, gli episodi divertenti e anche quelli tragici di una vita vissuta tra le acca, i pali delle porte del rugby. Uno sport strano, dalla palla dai rimbalzi bizzarri, uno sport di combattimento per uno che ha combattuto tutta la vita. Un’avventura piena di cicatrici, come quella che gli regalò Le Mongol, al secolo Michel Crauste, grande terza linea della Francia, che Bollesan si trovò davanti al proprio esordio, a 21 anni, in Nazionale. Otto punti di sutura e la maglia regalata a fine partita, dopo una battaglia durata ottanta minuti e una vittoria storica per l’Italia sfumata a due minuti dalla fine.

 

Listino € 16,00

Editore Limina

Collana Storie e miti

Data uscita 24/05/2012

Pagine198

Lingua Italiano