JACOPO TRULLA, ala-estremo, nato a Vicenza il 5 luglio 2000, due mete agli ultimi mondiali U20 in Argentina, farà parte della rosa del Kawasaki Robot Calvisano per le prossime due stagioni. Appassionato di cinema, 183 cm x 86kg. frequenta il liceo linguistico.
Dove e quando hai iniziato a giocare a rugby?
” Ho iniziato il mio percorso rugbistico a Vicenza, al Rangers Rugby, città nella quale sono nato e, rugbisticamente, sono rimasto dall’under 7 fino all’Under 14. Fino a 14 anni ho anche praticato, parallelamente anche lo sci a livello agonistico, per poi scegliere il rugby.
A Vicenza, con l’U7 e l’U10 del Rangers Rugby, abbiamo vinto due “Tornei Topolino”. Al secondo anno di U14 mi sono trasferito al Valsugana Padova accettando di far parte di quel gruppo che vinse poi sia il campionato italiano U16 che U18, frequentando nel frattempo l’Accademia zonale di Treviso diretta da Mattia Dolcetto.
Sono stato fortunato ad avere sempre validi allenatori dai quali ho potuto trarre insegnamenti importanti per la mia crescita rugbistica. Quest’anno è arrivata la chiamata all’Accademia Francescato ed è stata un’esperienza molto formativa, ho iniziato a capire cosa vuol dire affrontare in modo professionale il gioco del rugby dove il lavoro, per crescere, è fondamentale.
Quest’anno, anche tu, Sei Nazioni e Mondiale U20.
” Essermi potuto confrontarmi con il livello internazionale nel 6 Nazioni e ora in questo Mondiale argentino ha rappresentato, per me, un ulteriore possibilità di crescita. Sono state esperienze incredibili, la preparazione e la metodologia che queste competizioni richiedono sono fondamentali per capire il livello di concentrazione e meticolosità necessari e sperare di fare il salto successivo in questo sport. Riguardo i mondiali, però, non sono andati proprio come ci eravamo prefissati a livello di posizione finale nel ranking, ma sono comunque soddisfatto per le prestazioni espresse dalla squadra, non siamo mai stati messi sotto in modo schiacciante e abbiamo saputo tenere il campo per tutti gli 80 minuti. La partita contro l’Inghilterra ci brucia ancora e gli Australiani ci hanno fatto i complimenti per la prestazione. Dal punto di vista umano è stata un’esperienza bellissima e indimenticabile, che solo il rugby può regalare, ritorno a casa con 27 fratelli.
Come mai Calvisano e cosa ti aspetti a questo punto della tua carriera?
” Quando il Rugby Calvisano mi ha contattato e ne sono stato felicissimo e subito entusiasta , non ho ‘perso tempo’ ed dopo qualche settimana ho subito accettato la proposta di giocare per i gialloneri.
Penso che Calvisano sia una delle squadre più idonee per un ragazzo giovane come me , la società e l’allenatore Brunello mi hanno fatto subito una ottima impressione e spero di ripagare la fiducia che hanno riposto in me. Giocare nella squadra campione d’Italia sarà una bella sfida, primo per conquistarmi il posto e secondo perché saremo la squadra che tutti vorranno battere. Quest’anno poi ci sarà la sfida della Challenge Cup, durissima ma allo stesso tempo stimolante viste le squadre e il livello del girone”.