Questa mattina, poche ore prima della partenza per Newport, le Zebre hanno svolto sul sintetico della Cittadella del Rugby di Parma il consueto allenamento di rifinitura in vista del 7° turno di Guinness PRO14.

A margine del “team run” l’estremo della franchigia federale e della Nazionale Italiana Edoardo Padovani ha presentato ai microfoni del sito web del club l’imminente gara del XV di Michael Bradley, in programma sabato 30 novembre alle ore 18:15 italiane contro i Gallesi Dragons.

Nato a Venezia il 15 maggio 1993, il 24 volte Azzurro è cresciuto nelle file del Rugby Mogliano, vincendo anche il massimo campionato italiano nel 2013. Nel 2014 il prodotto dell’Accademia Nazionale “Ivan Francescato” entrerà a far parte delle Zebre, disputando tre stagioni consecutive con i bianconeri prima approdare al Tolone. Dopo essere sceso in campo in quattro gare ufficiali con i Transalpini, il duttile trequarti ritornerà quindi in piante stabile a Parma nel dicembre 2017, totalizzando nel corso della sua lunga esperienza con la franchigia federale 76 presenze e 122 punti, al netto di 4 mete, 14 trasformazioni e 24 calci di punizione convertiti.

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Com’è andato l’allenamento di questa mattina? “L’allenamento di oggi è andato molto bene, siamo stati molto precisi, è stato anche corto quindi siamo freschi per la partita di sabato”

Questo fine settimana le Zebre voleranno a Newport per il 7° turno di Guinness PRO14 contro i Dragons. Su quali aspetti vi state concentrando maggiormente in vista della sfida con i Gallesi? “Le ultime due uscite abbiamo concesso troppi turnover e abbiamo perso una grossa quantità di palloni, per cui dobbiamo sicuramente cercare di limitare questo aspetto. Poi senz’altro dobbiamo puntare alla vittoria che manca da troppo tempo”.

Troveremo un terreno di gioco verosimilmente migliore rispetto a quello del Lanfranchi, che sabato scorso era purtroppo rovinato dalla pioggia torrenziale abbattutasi su Parma nelle ultime settimane. Quanto incide nel nostro gioco il poter giocare su un campo ottimale? “La settimana scorsa siamo stati sfortunati con il tempo, il terreno era molto pesante e purtroppo non abbiamo potuto esprimere al meglio il nostro gioco; diciamo che prediligiamo un campo come quello di Newport e speriamo di poter fare delle buone cose”.

Nasci come apertura, ma nelle ultime stagioni hai trovato impiego principalmente come estremo o ala. Quale dei due ruoli ti piace di più o cosa ci metti di tuo nell’interpretarlo? “Sicuramente mi piace di più il ruolo di estremo perché ho la possibilità di interpretare il secondo play maker in campo, che è come se fosse una seconda apertura. Questa è una cosa che mi stimola parecchio”.

Sei tornato ad indossare con una certa continuità la maglia della Nazionale, al Sei Nazioni, nei vari test match estivi e poi anche al Mondiale, il tuo primo in assoluto con l’Italia. Sei soddisfatto del percorso di crescita? “Sì! E’ chiaro che si può dare sempre di più, la mia filosofia è questa. I risultati arrivano se ti impegni fino in fondo a quello che ami fare, quindi sono soddisfatto del mio percorso di crescita, con l‘idea si può fare sempre meglio”.

Su quali aspetti del tuo gioco pensi di essere diventato più performante e quali invece quelli che vorresti migliorare? “Vorrei approfondire la ricezione al volo che è un aspetto in cui in questi anni mi sto focalizzando molto. Credo che il gioco al piede sia la mia arma forte e vorrei migliorare sul contrattacco, un aspetto in cui sicuramente potrei essere più performante e incisivo”.

Zebre ancora a caccia della prima vittoria stagionale, nonostante la qualità complessiva della squadra quest’anno sia migliorata grazie anche all’ingresso di tanti giovani talenti e di diversi giocatori internazionali. Che ambiente hai trovato a Parma al tuo rientro dal Mondiale? “Un ambiente sempre limpido: ogni volta che torno è sempre bello perché le Zebre sono come una seconda famiglia per me. Sicuramente la profondità di rosa mette molta più competizione nei ruoli, per cui c’è sempre la voglia di migliorarsi e di farsi vedere. Questo è sempre una bella cosa per il gruppo”.

Come procede la convivenza con Mattia Bellini? Raccontaci un aneddoto che vi ha coinvolti a casa? “La convivenza procede molto bene, nel senso che non siamo mai da soli praticamente. Il nostro ospite affezionato che è Tommaso Boni che orami ha una camera per sé nella nostra casa. Ci divertiamo tanto e stiamo molto bene insieme”.

Chitarrista, pianista, amante della musica. C’è un brano o un gruppo in particolare che ascolti per caricarti prima di un’importante gara? “Diciamo che vario molto prima delle partite, in questo periodo vado più sui Daft Punk che sui Led Zeppelin.. Rock, elettronica in particolare”.