Di Valerio Amodeo

Conosciamo oggi Vittoria Grifone, capitano delle “K-Way girl” neonata squadra di rugby femminile dell’Appia Rugby, che da quest’ anno parteciperà alla coppa italia di rugby seven femminile.

 

Ciao Vittoria, la prima domanda è d’obbligo e scontata,

come nasce la passsione per il rugby e come è avvenuta la fondazione della squadra?

 

La passione per il rugby non è nata in un’occasione specifica, ma è cresciuta allenamento dopo allenamento. Non ero un’ appassionata di questo sport, ma sono sempre rimasta affascinata dai giochi di squadra per le dinamiche relazionali che creano e consolidano. Il caso, come a volte succede, ha creato l’occasione: due anni fa, effettuando il tirocinio in uno studio di architettura, ho conosciuto Fabio, architetto con la passione del rugby, argomento sempre presente nei suoi racconti… per me era già il mio allenatore! Poi la squadra: nata grazie all’adesione di amiche, che, tra perplessità ed entusiasmi, hanno accolto la proposta di provare a fondare una squadra ed è iniziata la nostra bella scommessa! Villa Borghese ci ha accolte nelle sere primaverili per testare la nostra convinzione e assaggiare le prime emozioni della palla ovale; poi finalmente un campo vero e una società seria ed accogliente, l’Appia Rugby, per consolidare la nostra attività sportiva.

 

Siete nate lo scorso anno, ma solo da quest’anno avete cominciato a fare attività in maniera più continuativa, dimostrando la voglia di crescere e diventare una realtà del rugby femminile italiano. Ti chiedo, quindi, quali sono gli obiettivi delle k-way per questa stagione e per quelle che seguiranno

 

Il primo grande obiettivo lo abbiamo già raggiunto: siamo una squadra!

Il nostro secondo obiettivo è in arrivo: partecipare ad un campionato. Il 27 gennaio 2013 esordiremo in Coppa Italia Femminile di rugby a sette; leggere il nostro nome nel calendario del girone del centro Italia sarà una grande emozione!

Per quanto riguarda il futuro, scherzando tra noi si parla di partecipare alle Olimpiadi di Rio 2016, in realtà stiamo lavorando per allargare la base del movimento e confermare la nostra presenza. Tutte noi vogliamo che questa esperienza ponga le basi per una realtà presente stabilmente nel rugby di domani e, se possibile, riuscire a giocare il campionato di seria A di rugby a 15, perchè no? Non sarà semplice arrivarci ma i rugbysti non si perdono mai d’animo, le rugbyste tantomeno!

 

Cosa secondo te può essere d’aiuto a voi e, in generale, al rugby femminile per crescere e migliorarsi?

 

La cosa più importante penso che sia la visibilità. Il movimento rugbystico maschile ha fatto passi da gigante negli ultimi anni in questo senso, ma quello femminile è ancora al palo. Gran parte delle ragazze potenzialmente interessate non sanno nemmeno dell’esistenza del rugby femminile. Per una ragazza non è facile pensare di poter giocare a rugby e l’assenza di modelli da seguire non ci aiuta. L’unico mezzo valido a contrastare questa empasse è internet; occasioni come queste per noi sono preziose per far passare il messaggio che non occorrono doti speciali per poter intraprendere questo sport: bastano solo impegno e passione!

 

Grazie mille per la disponibilità ed in bocca al lupo per il futuro!