Di Davide Macor
È tempo di Play Off e noi siamo andati a conoscere Andrea Ferri, allenatore dell’Iride Rugby Cologno. Dopo aver preso la squadra in mano 4 anni fa, a campionato gia’ in corso, l’allenatore è riuscito a condurre il team in C1, campionato da dove il Cologno mancava oramai da ben sei anni e ha portato la compagine lombarda a lottare per la promozione in serie B. La squadra, nel corso di questa stagione è stata in grado di vincere tutte le partite, segnando 493 punti e subendone solamente 87.
Centrato l’obiettivo C1, avete anchepartecipato alla rincorsa alla serie B, direi una stagione positiva? I suoi ragazzi come si sono “comportati”?
Personalmente sono soddisfatto, i ragazzi hanno sempre dato il massimo, hanno affrontato ogni partita con la giusta carica agonistica e non hanno mai mollato. Mi hanno sempre chiamato ad allenare, molte volte accompagnato dal mio assistent coach Zaghetti, in situazioni iniziali non buone in termini di organico e motivazioni; siamo sempre riusciti a risollevare queste situazioni, creando con semplicità, dialogo e un lavoro serio e costante, una vera e propria squadra.
Allenare una squadra che vince è indubbiamente appagante, lei come vive questo momento?
Vincere e’ appagante, ma costa tempo e quindi sacrifici per tutti. Dal mio punto di vista è la mia famigliaa risentirne maggiormente. Questo momento lo vivo con emozione ed intensita’, perche’ e’ il frutto dei sacrifici di tutti, in modo particolare dei giocatori. Non dimentichiamoci che il mio team è composto sia da ragazzi universitari, sia da persone che a 41anni fanno i camionisti o i muratori e che per la passione ovale tolgono molto alla famiglia. Ma il rugby si sa, è una “vizio” che solamente la Federazione ti può togliere, con il limite di età.
Cosa si sente di aver trasmesso ai suoi giocatori?
Alla squadra penso di aver trasemsso la voglia di stare insieme, lo spirito di sacrificio l’uno per l’altro e il non arrendersi mai, neanche nella sconfitta. La vera capacita’ del rugbysta, secondo me, sta nel rialzarsi e rincominciare a combattere…sempre!
Qual’è il fattore che ha maggiormente influito sull’andamento della vostra stagione?
I ragazzi quest’anno sono mediamente di un livello tecnico alto, alcuni giocatori, poi, possiedono delle capacità tecnico/tattiche che sono un vero e proprio vaolre aggiunto, per la cateogoria. Tutti, però, si sono sempre messi a disposizione del gruppo e questa cosa ha fatto la differenza. Poi sono come miei figli e ai propri figli, anche se qualche volta ti deludono, si perdona tutto. Siamo diventati una squadra e il prossimo passaggio sara’ diventare un club. Sto aspettando risposte e segnali dalla societa’ che, come me, aveva anteposto alla riconferma il risultato sportivo.
Le sensazioni dopo il pareggio 20 a 20, contro il Marco Polo Brescia, che vi ha estromessi dalla lotta alla serie B, ma vi ha consacrati una delle realtà maggiormente in crescita del panorama lombardo.
Usciamo dalla corsa ai play off per la serie B a testa più che alta, imbattuti e raggiungendo la C1 che era l’obiettivo minimo stagionale. Quella contro il Brescia è stata una partita intensa sotto l’aspetto emotivo, ma condizionata da un infortunio a Udine Stefano e da due cartellini gialli
assegnatoci, piu’ una conduzione del match, non troppo sicura, da parte dell’arbitro sul punto d’incontro. Anche l’indisponibilita’ di Tormene, poi, ha pesato non poco.
Nonostante tutto l’abbiamo pareggiata e, a termini di regolamento, che accettiamo serenamente, terminiamo la nostra corsa. Personalmente sono soddisfatto, di una stagione condotta con impegno e dedizione da parte di tutti,e sicuramente positiva,
Ora attendiamo risposte dalla societa’, riconferma o meno, e poi se sara’ una risposta positiva, continueremo l’attivita’ programmandola come fatto quest’anno, cercando quei giusti innesti che possano garantirci la permanenza in C1 e magari riprendere a sognare la serie B.