Inizia lunedì 22 Giugno il percorso della Libera Rugby Club, la prima squadra di rugby inclusiva d’Italia, all’interno dell’IPM di Casal del Marmo a Roma.

Il progetto, presentato dalla Cooperativa Sociale E.D.I. (educazione ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza) e finanziato dalla Regione Lazio in risposta all’Avviso Pubblico “Interventi a sostegno dei diritti della popolazione detenuta della Regione Lazio, prevede una serie di incontri/allenamenti con diversi ragazzi di età compresa tra i 14 e i 18 anni di età, svolti insieme da un team di psicologi e dagli allenatori di Libera.

“Abbiamo scelto il rugby come esperienza e come metafora di vita – spiega Lorenzo Bartolomei, coordinatore emergenze nazionale di E.D.I. –  perché permette, attraverso il gioco, di sviluppare temi importanti come la fiducia in se stessi, il rispetto delle regole, la comunicazione efficace, il problem solving e soprattutto il rispetto dell’altro, che sia compagno di squadra o avversario.
Libera – continua Bartolomei – è la società ideale per questo progetto, perché da sempre attenta agli aspetti sociali legati allo sport e al rugby in particolare”

Una serie di appuntamenti bisettimanali per tutto il 2020 in cui i ragazzi del centro di detenzione approfondiscono tematiche legate alla propria crescita e alla propria rieducazione insieme agli psicologi per poi riportarle sul campo con gli allenatori, con l’obiettivo di valorizzare le potenzialità dei giovani detenuti e offrire loro il recupero psicologico e sociale, aumentando soft skills quali autostima, capacità di socializzazione, di autocontrollo, di consapevolezza per agevolare le future interazioni con il mondo esterno oltre a migliorare le capacità fisiche e atletiche.

“Siamo molto orgogliosi di potere realizzare un progetto di questo tipo – racconta Nicolò Zito, presidente di Libera Rugby – che ci permette, ancora una volta e con orgoglio, di portare avanti l’obiettivo dell’abbattimento di ogni barriera attraverso questo splendido sport che è il rugby. Siamo grati alla direzione dell’IPM di Casal del Marmo e alla cooperativa E.D.I.  per quanto realizzato fino a ora, che è solo un primo passo verso una maggiore sensibilizzazione e verso l’inclusione attraverso il rugby”