Lo sport deve essere un veicolo di integrazione. Infatti nel mondo sportivo sono i risultati che contano e nel rugby l’integrazione è uno dei valori fondamentali. Nel mondo ovale c’è spazio per tutti, ogni ruolo ha le sue competenze e le sue caratteristiche peculiari. Partendo da questo presupposto la Juvenilia Bagnaria Arsa del rugby si è trovata ad osservare quanto di più bello può avvenire nel mondo sportivo e non solo: veder crescere assieme quanti più bambini, provenienti dai mondi più disparati e diversi, uniti solo dal piacere di correre dietro ad un pallone ovale.
“Lo sport è integrazione – commenta Ernesto Barbuti, presidente dello Juvenilia Bagnaria Arsa Rugby – e la nostra società ne è un chiaro esempio. Abbiamo visto crescere assieme atleti provenienti dalle più diverse parti del mondo, tutti uniti, come dovrebbe essere sempre, da una grande passione: in questo caso quella della palla ovale”.
La realtà Juvenilia, sfruttando l’aggregazione e la coesione che il rugby crea in ogni situazione, accoglie anche i ragazzi che risiedono nelle case famiglia e che, proprio tramite il rugby, sono riusciti a tornare ai loro nuclei familiari originali cambiati e pronti alla vita di comunitá.
“Lo sport e il rugby insegnano tanto – continua il presidente Barbuti – si tratta, infatti, di una disciplina che ha delle regole, dei valori propri e una capacità innata di insegnare. Questo è un aspetto fondamentale. Un qualcosa che unifica e rende ancora più solide le fondamenta della nostra società. Il rugby, lo sport, devono servire come veicolo per supportarsi e supportare. Noi della Juvenilia ci proviamo e per il momento il campo da gioco e le esperienze umane parlano per noi. Una vittoria importante, guardando al futuro dei nostri ragazzi”.