James Tedesco nasce a Ryde, fuori Sydney, New South Wales, in un ranch attorniato da 100 ettari di terreno dove il papà, John, fece costruire un campo da rugby con tanto di pali per piazzare, per lui e per il fratello più grande, Matthew. Nonni calabresi, emigrano per il Nuovissimo Continente sul finire degli anni cinquanta, iniziando a lavorare nelle piantagioni delle canne da zucchero per poi avvicinarsi alla frenetica vita industriale della capitale nella metà degli anni sessanta.
James nasce nel Gennaio 1993 e da quel momento, più o meno, non sbaglia più un colpo. Star della scuola, delle superiori, dell’università, delle squadre giovanili, poi dei West Tigers poi della Nazionale Italiana, poi dei Sydney Roosters poi della Nazionale Australiana e infine, ovviamente, miglior giocatore nelle series dello State of Origin con i New South Wales.
Schivo, di non molte parole, rumorosamente umile, gran fare da ape regina, amato dalle donne ma sopratutto dai compagni, James parla poco, gioca bene, guadagna tanto e paga da bere a tutti senza fiatare, un mix che potrebbe sì far risultare simpatico anche un dittatore nordcoreano, ma per arrivare ad essere James Tedesco non basta avere testa e amare lo sport, bisogna avere talento, diciamo pure smisurato, pari alla quantità di persone che negli anni 50 andava a vedere i Bradford Bulls all’ Odsal stadium, una marea, per fare un esempio molto figurativo. Ma soprattutto, la capacità di sapere dove stare, per fare la cosa migliore, nell’attimo perfetto, sempre.
Elencherò qui di seguito la miglior skill di alcuni grandissimi giocatori
Cameron Smith: Leadership
Shaun Johnson: Step
Haas Payne: Potenza
Adam Reynolds: Calci
Fisherman: Frequenza nei placcaggi
Benjy Marshall: Creatività
Josh addo Carr: Velocità
James Tedesco: EFFICACIA.
Semplicemente questo, efficace sempre, prendendo sovente la decisione più ovvia, meno complessa, ma eseguita in maniera pulita e con tempi di una perfezione classica. Sono timoroso nel paragonarlo a Jonathan Thurston, perché giocatori di ruoli diversi, di bandiere e provenienze opposte e con curriculum ancora molto distanti. Ma questa capacità li accomuna a parer mio in un profilo veramente simile, entrambi eletti giocatori migliori del mondo, raccontano a chi li sa guardare, quanto il semplice e l’essenzialità riescano ad essere fattori vincenti, perché attitudini inclini alla costanza, alla minimizzazione dell’errore, caratteristiche che il Rugby League, ripaga sempre profumatamente.
Chi scrive, contro James, non ha mai vinto nemmeno a FIFA.
Giò