Parigi – Arrivata a Parigi la Nazionale Italiana Rugby che alle 17.30 odierne si sposterà verso lo Stade de France per il Captain’s Run, il consueto allenamento di rifinitura alla vigilia del match contro i padroni di casa della Francia in calendario domani alle 21.10 su Mediaset Canale 20, partita valida per la terza giornata della Autumn Nations Cup.

Lo Stade de France non è uno stadio qualunque per Carlo Canna che all’inizio del 2016 ha fatto il suo esordio al Sei Nazioni con l’Italia (prima partita in assoluto nell’agosto nel 2015 contro la Scozia nei Test Match pre mondiali) condita da una meta e una partita combattuta fino all’ultimo istante.

“Una vita da mediano” (di apertura) – citando Ligabue – che pian piano sta subendo un cambiamento in maglia Azzurra con l’atleta beneventano che sotto la guida di Franco Smith ha iniziato a indossare la maglia numero 12 spostandosi nel ruolo di centro. Classe 1992, Canna è il nono marcatore della storia dell’Italrugby con i suoi 147 punti segnati in 45 presenze che, contro la Francia nel match di domani, gli valgono il “titolo” di giocatore con più caps nel XV che scenderà in campo dall’inizio.

Il primo approccio con i colori Azzurri della Nazionale Italiana Emergenti nella Nations Cup 2015 per poi fare il grande salto con Jacques Brunel nell’Italrugby poco dopo il rientro in Italia con i raduni pre Mondiali e, in seguito, la conferma per la Rugby World Cup 2015: “E’ stata una grande esperienza quella con l’Italia Emergenti dove sotto la guida di Casellato abbiamo ottenuto due vittorie su tre gare disputate. Al rientro in Italia, mentre mi stavo spostando in treno verso Parma – dove Canna si stava per trasferire per giocare nelle Zebre dopo la sua esperienza alle Fiamme Oro – ho ricevuto la chiamata di Gino Troiani – Team Manager dell’Italrugby – per la convocazione per il raduno pre-mondiale a L’Aquila. Non riuscivo a crederci, era una telefonata del tutto inaspettata e averi avuto la possibilità di allenarmi con giocatori che avevo visto solo in tv. La prima persona che ho incontrato in Abruzzo è stata Sergio Parisse: ricordo nitidamente ogni istante di quei momenti. Sono poi stato inserito nel gruppo per il Mondiale da Brunel: quei 5 mesi hanno dato una svolta importante alla mia carriera rugbistica”.

Un 2016 da incorniciare per Carlo Canna: la prima gara al Sei Nazioni giocata propri allo Stade de France di Parigi e la vittoria storica contro il Sudafrica: “La conferma nel gruppo azzurro anche per il Sei Nazioni è stato qualcosa di importante e uno stimolo ulteriore per continuare a lavorare duramente. La partita d’esordio contro la Francia si mette bene all’inizio e riesco anche ad andare in meta, ma non riusciamo a portarla a casa anche per due miei errori nelle trasformazioni. E’ stato un mix di gioia e amarezza. A causa di un infortunio non riesco ad ultimare il Sei Nazioni e rientro in Nazionale con un nuovo allenatore, Conor O’Shea, che mi conferma nella rosa. Riesco a giocare con continuità e centriamo risultati importanti come la vittoria contro il Sudafrica a Firenze a Novembre”.

La continuità – in termini di presenze in campo – si interrompe a poco più di un anno di distanza dalla Rugby World Cup 2019 in Giappone: “Col tempo, complici anche le ottime prestazioni di Tommaso Allan che con la sua costanza meritava di essere in campo, non trovo tanto spazio nelle scelte dello staff tecnico. In quel periodo c’era anche Ian McKinley, grande uomo e atleta, che era entrato nel giro della Nazionale. Tutti noi aspiriamo a giocare da titolare e per riconquistare un posto in squadra ho iniziato a lavorare ancora di più sugli aspetti del mio gioco cercando di migliorarmi. Ho subito un nuovo infortunio che ha rallentato il mio lavoro ma sono riuscito a rientrare in Nazionale mostrando alcuni progressi già nella preparazione pre-mondiale e a strappare la convocazione per la Rugby World Cup in Giappone”.

L’avvicendamento tra O’Shea e Smith sulla panchina azzurra e il cambio di ruolo: “Ho avuto subito una sinergia con Franco. Dopo alcuni colloqui decide di provarmi nel ruolo di centro. E’ stata una grande sfida a livello personale e anche una grande responsabilità. Non ho esitato ad accettare e ho impostato il mio lavoro in modo da essere performante in questo ruolo ed essere utile alla squadra, non cambiando tuttavia radicalmente il mio modo di giocare”.

Tra i leaders nel nuovo gruppo azzurro: “Le responsabilità ci sono anche fuori dal campo. Il completamento del giocatore avviene a 360 gradi nel raduno e insieme ad altri giocatori con più esperienza abbiamo una sorta di compiti di gestione del gruppo in vari ambiti. E’ un grande onore. Il lavoro che stiamo svolgendo giornalmente pian piano inizia ad intravedersi. Ci sono giovani con talento che hanno voglia di emergere e portano tanta energia. C’è una sana competizione che porta tutti a dare ulteriormente il massimo per strappare un posto in squadra” ha concluso Canna.