Prosegue il raduno della Nazionale Under 20 di Massimo Brunello in vista del test di sabato contro la Francia (kick-off ore 14:00, diretta su sito e canali social Federugby), ultimo appuntamento ufficiale prima dell’esordio nell’edizione 2023 del Torneo, a calendario nuovamente contro la Francia il prossimo 3 febbraio allo Stadio Monigo di Treviso.

Ad inquadrare la settimana di lavoro e l’approccio alla gara tocca a David Odiase, terza linea classe 2003 divenuto in questo nuovo ciclo inaugurato col bel successo di Dublino uno dei “senatori” del gruppo.

“In questi giorni al CPO stiamo lavorando tanto e bene, l’atmosfera che si percepisce nel gruppo è positiva, con una buona energia che coinvolge tutti, giocatori e staff”, racconta il flanker da quest’anno a Oyonnax, Pro D2 francese. “Chiaramente si è ripartiti dal match contro l’Irlanda di qualche settimana fa, sia dai punti positivi, sia da quelli negativi, che malgrado il buon risultato non possono essere sottovalutati: a questi livelli, ad esempio, prendere tutte quelle mete non va bene, di sicuro al Sei Nazioni la storia è molto diversa e la nostra performance difensiva deve senza dubbio migliorare”.

Il gruppo, nel frattempo, prosegue la sua costruzione cercando l’alchimia giusta: “I 2004 sono tanti, alcuni già inseriti l’anno scorso tra Sei Nazioni e Summer Series, altri alle prime convocazioni: per esperienza posso dire che niente come un torneo impegnativo, dove ogni gara è una battaglia, può cementare lo spirito tra giocatori e staff, e noi che abbiamo avuto la fortuna e il privilegio di vivere dal di dentro una stagione così straordinaria abbiamo il dovere di trasmettere questo spirito ai nuovi arrivati, accelerando al massimo il processo. Vista la prima parte dell’anno posso sicuramente dire che le sensazioni, in questo senso, sono ottime, la strada è giusta e la continuità con l’anno scorso è tangibile, grazie soprattutto ad un allenatore e ad uno staff che sanno sempre cosa fare per tirare fuori il meglio da ogni singolo giocatore”.

Tra Sei Nazioni e Mondiali, un anno decisamente impegnativo in Azzurro, e con l’ingaggio a Oyonnax la scelta è stata ponderata ma decisa: “Il 2023 per me sarà solo ed esclusivamente rugby, ho deciso di prendermi un anno di stop dagli studi dopo il diploma in Amministrazione, Finanza e Marketing per dedicarmi completamente al gioco, a migliorarmi come giocatore e a dare il 100% alla Nazionale, ad una maglia che per me vale tutto”. Spiega Odiase: “Negli ultimi anni, quello scorso in particolare, le cose sono cambiate: prima noi italiani eravamo sempre trattati con sufficienza, ovunque si andasse a giocare c’era sempre un sottofondo di snobismo che trovavo insopportabile. Ci siamo meritati sul campo, ognuno di noi con un impegno ed una capacità di sacrificio che è difficile spiegare fino in fondo, il rispetto di tutti: ora chi gioca contro l’Italia sa che gioca contro una squadra alla pari, e far parte di questo passaggio storico, che ha a che fare con valori molto importanti legati non solo al nostro sport, ma alla nostra bandiera, al nostro nome, mi carica di orgoglio e di senso di responsabilità, me e tutti i miei compagni”.

Un legame, quello con questa squadra, andato forse oltre la normale appartenenza ad un gruppo: “Questa Under 20 è da subito stata una tribù per me, una famiglia, un posto da condividere tra fratelli”, prosegue nel suo racconto. “Tutti ragazzi cui non si può non voler bene, seri in campo, divertenti fuori, ognuno con le sue caratteristiche e la sua personalità, ma sempre focalizzati sull’obiettivo, dare il 100% in campo contro ogni avversario, tutti da rispettare, nessuno da temere. Un gruppo unito da una missione condivisa assieme allo staff, meritare rispetto e reputazione attraverso i risultati, alzando costantemente il livello del nostro rugby: del resto abbiamo tutti dai 18 ai 20 anni, sappiamo bene che come giocatori o si va in questa direzione, o è meglio cambiare strada”.

Sabato, intanto, la Francia non farà regali: “Con loro è sempre una partita speciale, ora che sto a Oyonnax mi è più chiaro che la loro convinzione di essere i migliori un po’ in tutto si esprime poi anche attraverso il loro gioco, nel tentare di inventare cose in qualunque situazione, sia in attacco che in difesa. Contro di noi ora però c’è più rispetto, son certo che partiranno a mille per metterci pressione fisica nei primi minuti, soprattutto davanti dove il loro gioco sa essere molto rude. I primi placcaggi, i primi uno-contro-uno daranno la misura del match determinando i suoi equilibri, sta a noi saper gestire la cosa imponendoci. Vada come vada, ripeto, questa gara ci saprà fare da bussola per il Sei Nazioni, nel bene e nel male, e tutti noi non vediamo l’ora di giocarla”.