L’Italia perde 16 a 12 contro la Scozia a Torino la prima partita di avvicinamento al mondiale inglese di Settembre. L’incontro viene giocato sostanzialmente alla pari tra le due squadre. L’equilibrio è rotto solo dalla meta di Pyrgos a cinque minuti dalla fine, che porta definitivamente gli scozzesi in vantaggio. Fino a quel momento l’Italia aveva risposto in maniera positiva agli stimoli avversari, riuscendo anche a portarsi in vantaggio per 12 a 9 grazie ai calci di punizione marcati da Garcia e Allan, che hanno dimostrato una precisione necessaria in terra inglese.

Eppure è difficile vedere il bicchiere mezzo pieno.

Per poter analizzare la partita bisogna prendere in considerazione tutta una serie di fattori non secondari, riconducibili al fatto che la squadra debba essere mentalmente e fisicamente pronta il 19 Settembre per la partita con la Francia. Inoltre, Brunel potrebbe aver richiesto ai giocatori in campo di porre particolare attenzione a determinati aspetti del gioco, tralasciandone altri.

Detto questo, l’Italia ha dimostrato qualche difficoltà di troppo in fase difensiva, non tanto nell’organizzazione, ma nella gestione dell’uno contro uno spesso non vincente e, in alcuni casi, nel posizionamento del triangolo allargato. In attacco le cose sembrano essere migliorate rispetto alle uscite precedenti. Si è vista una maggiore lucidità nelle scelte di gioco in mezzo al campo, mentre sembra non esserci a pochi metri dalla linea di meta avversaria, perdendo occasioni importanti che avrebbero legittimato il buon gioco espresso, soprattutto nella prima parte del secondo tempo.

Gli azzurri, poi, hanno dimostrato limiti importanti: in rimessa laterale, con diversi lanci storti e una touche ridotta rubata da Gray a cinque metri dalla nostra linea di meta che ha fatto venire le palpitazioni; nella trasmissione del pallone, con Palazzani discontinuo nel dare la giusta velocità al gioco e nel trovare il giusto timing con i compagni e, in generale, con qualche passaggio impreciso di troppo; nella disciplina, con qualche fallo di troppo commesso in parti delicate del campo; nell’uno contro uno con la palla in mano, fase in cui non sembriamo mai in grado di mettere in difficoltà il diretto avversario o comunque di dimostrare la qualità e la fantasia necessaria per andare oltre.

Se a tutto questo aggiungiamo la prova della Francia, vittoriosa in terra inglese c’è da preoccuparsi e non poco.

Il momento di giudicare il lavoro svolto non è ancora arrivato. Bisogna aspettare la lista definitiva dei convocati di Brunel, nella speranza che le scelte fatte rispecchino non solo l’esperienza e il carisma, ma soprattutto lo stato di forma e le capacità attuali dei singoli giocatori e bisogna anche vedere come l’Italia si comporterà Sabato prossimo nella rivincita con la Scozia, per valutare eventuali miglioramenti o passi indietro. Soprattutto, bisogna aspettare il fischio finale della partita di Twickenham del 19 Settembre, che sembra già essere indispensabile per il passaggio del turno.

Valerio Amodeo

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