Non c’è il pienone all’Olimpico di Roma, ma durante gli inni non se ne accorge nessuno, tra cornamuse e “Sì” urlati a squarciagola. L’Italia si gioca molte delle sue chance di portare a casa un risultato positivo contro una Scozia apparsa solida e sul pezzo nelle prime due giornate, ma pur sempre priva di alcune pedine fondamentali come Gray e Russell.L’Italia prova subito a dare ritmo, ma il primo pallone è perso in avanti a seguito di una rolling maul difettosa, ma la Scozia restituisce il favore su up and under di Hastings. La mischia azzurra costringe al fallo la controparte scozzese e si va a giocare nella metà campo avversaria. Appena però il pallone cade di nuovo, gli scozzesi ci restituiscono il favore e con una touche di Hogg ci restituiscono il favore. L’azione dei Cardi è tambureggiante, soffriamo a lungo sui nostri 5 metri, ma alla fine costringiamo gli avversari a perdere il pallone. La mischia, però, ci vede soccombere di nuovo, con Zilocchi non in grado di legarsi a Sutherland. Il calcio è facile, ma Hastings sbaglia clamorosamente. E il numero dieci figlio d’arte si dimostra al momento non particolarmente tranquillo, visto che sbaglia un calcio di spostamento non particolarmente complicato. Gli scozzesi riguadagnano pallone e provano ad esplorarci con dei chip a scavalcare, ma Bellini si produce in un assolo che taglia in due la difesa avversaria. Sul susseguirsi dell’azione veniamo trascinati fuori e la Scozia si salva, ma siamo vivi. E lo dimostriamo quando costringiamo al fallo la maul scozzese, andando a giocare una touche sui 5 metri. La difesa fa ancora fallo, proviamo un calcetto a seguire, la Scozia fa fischiare ancora l’arbitro e ci soffiano il pallone in touche.
Ci manca sempre un centesimo per fare l’euro, soffriamo troppo rispetto al preventivato nei punti d’incontro e la Scozia riesce a rifiatare grazie alla mischia, ma si dimostra perfettibile nel gioco al piede, graziandoci in un paio di occasioni. L’Italia vive di un paio di fiammate con il gioco al largo, ma capitola alla prima sbavatura: il calcio di Canna non è perfetto e Hogg ci infila in velocità alla bandierina.
La partita vive una fase più tranquilla ora, con Allan e Hastings a scambiarsi calci di spostamento, fino ad un fallo in ruck scozzese che ci riporta nella metà campo avversaria, ma un paio di pasticci alla mano restituiscono il pallone. La Scozia ci infila ancora, ma l’ultimo passaggio è in avanti e rimaniamo sotto break. Zilocchi è costretto ad uscire, al suo posto Riccioni. Poco dopo finalmente rubiamo due palloni pesantissimi in ruck e respiriamo. Ci proponiamo molto al largo, ma il sostegno azzurro tarda ad arrivare e perdiamo palloni e occasioni importanti. La Scozia ci concede però un calcio da posizione importante a due minuti dal termine della prima frazione, ma l’ovale colpisce il palo. La Scozia prova a sfruttare l’ultima azione del primo tempo, ma il pallone si perde in avanti e O’Keefe manda tutti negli spogliatoi.
L’inizio della ripresa è da incubo: alcuni ricicli scozzesi tagliano a fette la difesa italiana, ma i nostri avversari perdono la palla proprio mentre stanno schiacciando. La mischia tiene, ma decidiamo di suicidarci attaccando in inferiorità numerica, finendo per essere costretti al tenuto. Sul susseguirsi dell’azione l’Italia limita l’indisciplina, ma alla lunga non riesce ad evitare la meta di Harris. Hastings sbaglia ancora dalla piazzola, ma al momento non si vede come sarà possibile rientrare in partita. Anche perché, non appena riusciamo a respirare in mischia, ma perdiamo il possesso sul più bello. E quando riusciamo a catapultarci ancora nei 22 grazia ad una fiammata del nostro triangolo allargato diamo il pallone all’unico giocatore non schierato, Polledri, che in clamorosa inferiorità numerica è costretto a trattenere il pallone.
L’Italia inanella fasi su fasi alternando avanzamenti a metri persi, ma alla prima sbavatura gli scozzesi seminano il panico, ci salviamo grazie ad un tenuto, ma la rimessa ci vede ancora in grossa difficoltà e gli scozzesi si installano nuovamente nei nostri 22. La difesa italiana però regge e fa retrocedere gli avversari. Quando però guadagniamo il possesso siamo sterili e siamo costretti a calciare, graziati dal fatto che i nostri avversari, oggi, sbagliano tutti i calci tattici possibili. E appena riusciamo ad avere un possesso decente Zani ribalta un avversario e rimaniamo in 14.
Le squadre sono stanche, la partita si incanala stancamente verso una vittoria scozzese ottenuta con il minimo sindacale e una prestazione azzurra amaramente da dimenticare. Perché oggi, contro questa Scozia, si poteva veramente fare di più. Hastings segna la terza meta passeggiando tra le macerie di un gioco rotto che ci ha crocifisso per l’ennesima volta, mentre Minozzi se ne va vittima di concussion. L’ultima azione, emblema delle difficoltà del nostro gioco, si conclude con un insensato calcio a seguire nell’area di meta scozzese.
Peggio di così era difficile.