Troppi errori e una strategia di gioco troppo legata al piede (usato anche male) costringono l’Italia a una sconfitta pesante contro una giovane Francia.
Sconfitta che pesa non solo per il risultato, ma per come sono arrivate le marcature transalpine e per la sensazione di continua sofferenza sul piano fisico e del gioco.
Certamente i cambi obbligati di Canna e Zanon hanno complicato le cose, così come l’eccessivo giallo dato da Owens a Trulla per un avanti che sapeva più di intercetto che di interruzione del gioco.
Però, si salvano solo poche azioni: la meta su tutte, qualche turnover e i placcaggi di Michele Lamaro nel secondo tempo, nella speranza che il suo ingresso sia l’inizio di una lunga carriera internazionale.
Troppo lento Violi nel far uscire il pallone, troppa poca precisione nei passaggi che non permette di velocizzare l’azione, favorendo la difesa avversaria.
Mi piacerebbe capire, poi, se il gioco al piede, di cui abbiamo abusato, sia stata una scelta strategica di Smith e Troncon o se sia scaturito da una mancanza di idee dei tre quarti azzurri.
Insomma, se con la Scozia la lampadina sembrava accendersi ora è buio pesto, notte fonda.
@valeamodeo