Oggi, Sabato 20 Gennaio, si gioca la partita del trofeo Eccellenza tra Mogliano e San Dona’. In campo, a dirigere l’incontro sarà Clara Munarini.
Per la prima volta nella storia una ragazza italiana sarà arbitro di una partita della massima serie del rugby italiano.
Abbiamo incontrato Clara e le abbiamo chiesto le sue impressioni su questo piccolo grande momento della storia del rugby italiano:
Valerio: Ciao Clara. Grazie mille per la tua disponibilità. Sei la prima donna ad arbitrare una partita della massima serie maschile di rugby in Italia. Che effetto fa?
Clara: In realtà sono la prima donna italiana ad arbitrare l’Eccellenza, a inizio stagione l’irlandese Neville ha diretto Petrarca-Lazio. Non vedo l’ora di scendere in campo, questa designazione mi onora, significa che sto lavorando bene e che mi sono guadagnata negli anni la stima e la fiducia degli addetti ai lavori. Sento un po’ di pressione, il che aiuta anche a mantenere alta la concentrazione, ed è dovuta al fatto di esordire, non di essere la prima arbitra italiana: mi piace pensare a me stessa come a un arbitro, unisex, senza genere.
V: Con questo entri di diritto nella storia del nostro rugby. Quando hai iniziato ad arbitrare pensavi a qualcosa del genere?
C: Ho iniziato il 22 gennaio 2012, esattamente 6 anni fa, e mai avrei pensato di fare così tante cose in così poco tempo. Credevo che sarebbe rimasto il mio amatissimo hobby domenicale in giro per l’Emilia Romagna o poco più… Ci ho messo qualche stagione a realizzare che forse impegnandomi, studiando, allenandomi e applicando i consigli che mi venivano dati avrei potuto raggiungere questi traguardi, e il percorso non è ancora finito.
V: Credi che questo possa essere l’inizio di un percorso? Arriverà un giorno in cui le donne arbitreranno regolarmente incontri maschili della massima serie o test internazionali?
C: Sono sicura che arriverà quel momento. Ultimamente anche a livello internazionale ci sono stati molti passi avanti da questo punto di vista, ed è giusto che siano date a noi le stesse possibilità che hanno gli uomini, anche se sono consapevole che in un mondo prettamente maschile, come è quello del rugby, può volerci un po’ più di tempo perchè diventi normale vedere un fischietto rosa, per un certo tipo di mentalità e consuetudine. Detto ciò, sono fermamente convinta che tutto deve sempre essere ricondotto alla meritocrazia: un arbitro non deve essere escluso perchè donna, ma allo stesso tempo non deve fare carriera solo perchè donna. Chi è bravo/brava va premiato e portato avanti. Avremo vinto quando non sarà più una notizia vedere un’ “arbitra” designata per partite di alto livello.
V: Dove vorresti arrivare? Qual è il tuo sogno (non necessariamente legato al rugby)
C: Sto per laurearmi in General Management, e il mio sogno è far convivere il più a lungo possibile il lavoro che verrà con il rugby, a cui non vorrei mai rinunciare. Da un punto di vista sportivo, il mio obiettivo è non fermarmi, continuare a migliorare mettendomi in discussione e scalare altri gradini.
Grazie Clara e in bocca al lupo!
@valeamo
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