“Questa stagione è un’occasione di crescita, per tutti. Non vogliamo e non dobbiamo mollare, e il gruppo che sta partecipando a questa splendida avventura lo sa benissimo. E’ difficile, certo, perdere le partite con passivi importanti, ma il grande lavoro dei ragazzi che, ogni giorno, si allenano con passione ed entusiasmo, non va mortificato. E’ bello confrontarsi con chi è più forte, perchè ti permette di migliorarti continuamente, senza rimanere nella propria comfort zone. Ed è chiaro, che, in una fase di transizione, si possa cedere, oggi, un gap maggiore, per ridurlo domani”.
Così Luca Tavernese, responsabile della Comunicazione del Ragusa Rugby, facendosi portavoce del club, fa il punto della situazione dopo la prima parte della stagione e, soprattutto, la ripresa post-Covid.
“E’ un messaggio chiaro – prosegue Tavernese – perchè, a volte, chi guarda da fuori, non conosce il contesto in cui viviamo. Sarebbe semplice, per noi, parlare di una situazione che, causa lavoro e, soprattutto, studio, costringe molti dei nostri migliori prospetti ad andare fuori mortificando ciò che si è costruito nel corso degli anni. Abbiamo tanti ragazzi, in diversi club da Top 10, che abbiamo cresciuto e che costituiscono, proprio per lo spirito del nostro sport, un orgoglio e un vanto. Ma è chiaro che, quelle caselle lasciate vuote nel corso degli anni, non si riempiono agevolmente. Ragusa non è, ad esempio, Catania, dove la presenza di una università, con quei numeri e quel livello, garantisce un ricambio continuo e soprattutto una programmazione a medio-lungo termine, essenziale per raggiungere traguardi importanti. O il Covid, che ha eroso buona parte del nostro bacino di talenti e di forze, nel corso di questa lunga inattività. Ma non vogliamo e non cerchiamo alibi. Infatti, la scelta di disputare il campionato di Serie B, nasce proprio dalla voglia di costruire traguardi ambiziosi con le forze di cui disponiamo”.
Sulla stessa lunghezza d’onda, anche Peppe Berretti, coach della Senior Maschile, cui abbiamo rivolto alcune domande per un bilancio di questa prima parte della stagione e, soprattutto, le prospettive a medio-lungo termine.
“Nello scorso mese di luglio ho iniziato ufficialmente la collaborazione con il Ragusa Rugby. Il ruolo che ho assunto è di supporto al Club nell’avvio del processo di cambiamento verso una struttura societaria maggiormente orientata al benessere dei propri partecipanti attivi. Questo benessere si ricerca attraverso il coinvolgimento reale, ovvero stimolando la partecipazione dei diversi operatori ai processi creativi ed organizzativi che li vedranno protagonisti, e quindi responsabili, delle azioni ritenute utili al raggiungimento degli obiettivi condivisi con il Club”.
Cosa ti ha spinto ad accettare la proposta della società iblea?
“Ritengo che Ragusa abbia tutto il potenziale per esprimere un Club sportivo di livello nazionale. Negli anni pre-pandemia il movimento che ruotava intorno al rugby a Ragusa è sempre stato quanti-qualitativamente interessante conquistandosi meritatamente l’accesso ai gironi nazionali giovanili ed alla Serie B seniores, oltre alla consistente attività Femminile. Purtroppo per diversi fattori, alcuni di difficile individuazione, la ripresa delle attività nella stagione in corso ha deluso le aspettative in termini di partecipazione, costringendo il Club ad una difficoltosa opera di ricostruzione non trascurando però l’impegno a garantire lo svolgimento di tutte le attività agonistiche di rilevanza nazionale”.
Hai fatto riferimento al “Covid”. Ma come si può ripartire, in una situazione così difficile?
“Nella filosofia del Club, è elemento fondamentale il rispetto dei Valori che contraddistinguono lo Sport. In particolare nel Rugby, il principio del gioco stesso “obbliga” ad andare avanti, anche attraverso il passare indietro il pallone per trovare un’altra via dove continuare ad avanzare. A settembre scorso, a ridosso dell’inizio del campionato di Serie B (dopo oltre 1 anno di pausa forzata), alcuni giocatori, sia giovani che “veterani”, hanno comunicato la loro indisponibilità ridimensionando il potenziale competitivo della squadra. Ciò nonostante il Club, coerente con la propria filosofia, ha manifestato, così come il gruppo dei giocatori rimasti, l’intenzione di mantenere la partecipazione alla Serie B nazionale, aprendo le porte all’integrazione dei giocatori provenienti dalla squadra del Vittoria Rugby militante nella Serie C regionale”.
Cosa ti aspetti nella seconda parte della stagione?
“La Federazione ha stabilito che per questa stagione non ci saranno retrocessioni per consentire alle Società di riassestarsi dopo il terremoto “covid”. In conseguenza di ciò, si è colta l’opportunità definendo quale obiettivo tecnico prioritario della stagione il consolidamento del gruppo squadra, sia numericamente che qualitativamente, per poter affrontare la prossima stagione in maniera più competitiva. Ovviamente questo presuppone una visione a medio termine legata alla cultura dei piccoli passi che non è sempre facile trasmettere a chi, legittimamente, soffre delle sconfitte ottenute domenica dopo domenica”.
Quali sono, secondo te, i motivi del gap registrato con le altre formazioni?
“Il divario attuale con le squadre competitor è importante e sarebbe facile recriminare le assenze dei tanti giocatori che hanno dato forfait, invece apprezziamo l’impegno che coraggiosamente mettono in campo tutti coloro che sono rimasti e che continuano ad allenarsi ricercando quei miglioramenti, collettivi ed individuali, che li porteranno ad esprimere, magari con qualche possibile innesto in ruoli chiave, un livello di gioco adeguato alla categoria per il prossimo campionato. Analoga resilienza risulterà utile ai Dirigenti del Club per non arrendersi di fronte alle difficoltà che ogni processo di cambiamento presenta”.
Nelle foto: Peppe Berretti e Adriano Nicita. Luca Tavernese