Si dice che nelle squadre di rugby ci sono giocatori che portano il pianoforte e altri che, invece, comodamente lo suonano. La metafora è chiara: c’è chi, come la mischia, fatica e chi, i trequarti, si prende la gloria. Ma oggi al campo della Costituzione di Ragusa a portare il piano e, contemporaneamente, a suonarlo sono stati tutti i diciannove paduini che si sono alternati sul rettangolo di gioco durante gli ottanta minuti.
Nessuno si è risparmiato, tutti hanno fatto la loro parte e la musica che hanno suonato, seppur disturbata da qualche nota stonata, è stata splendida e ancora adesso, a distanza di qualche ora, ci risuona nelle orecchie.
Al Padua mancava da troppo tempo la vittoria e l’imperativo, oggi, era quello di portare a casa almeno quattro punti. Per questo i ragusani avevano preparato di tutto punto la partita e, per questo, a dare una mano ai due coach, in settimana era anche stato chiamato Massimiliano Vinti, già allenatore del Padua nella scorsa stagione.
L’insieme di tutti questi ingredienti ha fatto sì, però, che le prime battute dello spartito le abbiano suonate i partenopei, che già al 3° si portavano in vantaggio. C’è un pallone innocuo nei 22 del Padua che Peppe Modica deve solo raccogliere da terra e calciare avanti, ma l’estremo ibleo cincischia e finisce per commettere un avanti. Dalla successiva mischia si sviluppa un’azione che porta l’apertura napoletana, Marcos Reyna, in meta. Lo stesso giocatore trasforma. 0-7.
Il disastro Padua non finisce qui. La mischia ragusana subisce all’inverosimile la spinta del pacchetto ospite al punto che tutti gli ingaggi vengono vinti facilmente dai partenopei. L’unico modo che i giocatori di casa hanno per evitare di arretrare è quello di commettere fallo. Così, dall’8° al 14° Reyna ha sul suo piede tre occasioni per allungare. All’andata l’apertura napoletana è stata devastante, oggi, per fortuna, è in giornata no e tutte e tre le punizioni vengono calciate a lato.
A questo punto il Padua si risveglia dall’incubo e inizia a giocare. I minuti che seguono vedono i ragusani attaccare, chiudendo gli ospiti nella loro metà campo, con i partenopei difendersi come possono. In diverse occasioni i giocatori di casa avrebbero la possibilità di segnare la meta ma qualche imprecisione nei passaggi o qualche fallo di troppo nelle ruck vanifica tutto.
La superiorità di questi minuti si materializza solo nei tre punti che arrivano grazie a una punizione calciata, al 23° da Peppe Iacono.
Di tanto in tanto la Partenope riesce a uscire dall’assedio, ma fino alla fine del primo tempo sono gli iblei a imporre il loro gioco.
Nella ripresa lo spartito non cambia, almeno fino al settantesimo. I primi trenta minuti del secondo tempo vedono un Padua allegro ma non troppo che approfitta di un leggero calo fisico della squadra ospite per provare a passare in vantaggio.
Al 47° Peppe Iacono calcia una punizione da posizione non proprio facile ma l’ovale si spegna a lato.
Tre minuti dopo arriva la meta paduina. Mischia nei 22 ospiti, ovale che viaggia fino all’altro lato del campo e Adriano Scrofani deposita, finalmente, oltre la fatidica linea. Capitan Iacono non centra i pali.
Alla ripresa inizia la girandola dei cambi in casa Padua. Al 51° entra Mario Bella per Andrea Solarino; al 53° Paolo Bellio per Michele Campanella e al 57° Giuseppe Di Mauro per Andrea Battaglia.
L’inerzia della partita però non cambia: il Padua fa gioco, la Partenope di tanto in tanto si infiamma rendendosi pericolosa.
Al 60° un fuori gioco napoletano dà al piede di Peppe Iacono la possibilità di allungare. 11 a 7.
Cambi per gli ospiti: tra il 61° e il 64° entrano Piscopo per Dublino e Gallo per Nappi, seguiti a ruota, per i ragusani, dall’ingresso di Stefano Tumino per Antonio Modica.
L’11 a 7 mette un po’ di sale sulla coda della Partenope che finalmente si scuote dal torpore in cui era caduta a metà del primo tempo e inizia a rendersi sempre più pericolosa, fino a che, intorno al settantesimo, non chiude definitivamente nei propri 22 i ragusani.
Inizia a questo punto un lungo assedio al fortino del Padua. I napoletani le provano tutte per segnare quella meta che darebbe loro la vittoria, ma la difesa iblea si rivela impenetrabile.
E al triplice fischio del signor Giuseppe Ruta della sezione di Perugia, buona la sua prova, non ha praticamente sbagliato nulla, può scatenarsi la torcida iblea.
Miglior in campo il piccolo di casa Padua, quel Marco Giallongo, mediano di mischia, che quest’oggi ha giocato come se fosse un veterano, facendo girare a mille i trequarti e dimostrando una maturità inaspettata in un ragazzo di appena 18 anni.
E da stasera, grazie anche alle concomitanti sconfitte di Avezzano e Rieti, il Padua abbandona l’ultimo posto in classifica conquistando quel terzultimo posto che, se il campionato finisse oggi, vorrebbe dire salvezza