Aquile di Enna – Padua Rugby Ragusa 9 a 22. Aquile del Tirreno Barcellona 23 a 15. La penultima giornata del campionato di serie C di rugby potremmo riassumerla con questi due risultati: vittoria e bonus per i ragusani, semplice vittoria per i peloritani. E titolo che torna al Padua dopo 12 anni.
Se n’era parlato in settimana: per aggiudicarsi il campionato il Padua avrebbe dovuto vincere con il bonus e poi aspettare buone notizie da Barcellona. E i ragusani infatti scendono in campo con l’intenzione di svolgere in fretta il proprio compito e si riversano subito nella metà campo ennese violando, già al 2°, la meta giallonera con Eugenio Lo Presti, bravo e furbo a battere velocemente una punizione sulla linea dei 5 metri concessa dall’arbitro, il signor Marcello Marchese di Catania, per un fuorigioco dei giocatori di casa. Peppe Iacono, nonostante la posizione non proprio centrale, centra i pali nella successiva trasformazione. 0 a 7.
Il colpo preso a freddo avrebbe potuto tagliare le gambe ai padroni di casa e invece i giocatori in maglia giallonera si scuotono, iniziano a macinare gioco, prendono coraggio e guadagnano metri sul campo. Per diversi minuti cingono d’assedio la difesa biancazzurra ma senza riuscire a violarla. Così, al 20°, Comito decide di cancellare lo zero dal proprio score piazzando una punizione concessa sui 22 per un fallo della mischia iblea. 3 a 7
Ma in campo c’è la capolista, e la sua reazione non si fa attendere: nell’azione che segue un dirompente carrettino si avvicina pericolosamente alla linea di meta ennese e quando si ferma in prossimità dell’area di meta, Lo Presti esce dalla maul e va a schiacciare sulla bandierina. Iacono questa volta non trasforma. 3 a 12.
Adesso la partita si fa equilibrata e nessuna delle due squadre prende il sopravvento sull’altra.
Allo scadere del primo tempo, però, per un tenuto a terra di Lorenzo Castiello, Comito ha la possibilità, che non spreca, di accorciare. 6 a 12
Alla ripresa è ancora Lo Presti a rendersi protagonista, anche se questa volta in negativo: le Aquile organizzano un carrettino e avanzano verso l’area di meta ospite; però, poco prima di subire la segnatura, il numero otto ibleo fa deliberatamente crollare la maul e l’arbitro lo manda per 10 minuti dietro i pali.
Ma chi carrettino ferisce, di carrettino perisce. Al 53° è la mischia iblea ad entrare con tutti gli effettivi nell’aera di meta avversaria, con Antonio Modica che si lascia cadere con l’ovale in mano. 6 a 17. Ancora una volta Peppe Iacono non centra i pali.
Prima di riprendere il gioco, Lorenzo Castiello lascia il posto ad Alessandro Denaro, al rientro dopo un lunghissimo infortunio.
Al 66° ancora un’opportunità per il calciatore ennese di accorciare. Occasione che Comito non spreca. 9 a 17.
A questo punto, su un campo reso pesantissimo dalla pioggia e dalla neve cadute nella nottata, la partita potrebbe non avere più nulla da dire, anche perché le due squadre sembrano stanche e l’istinto sarebbe quello di tirare i remi in barca. Ma ai ragusani la semplice vittoria non basta.
Ci pensa allora Antonio Modica a sfruttare l’occasione che si presenta al 68° sotto forma di pallone d’oro che gli serve di capitan Iacono dopo aver battuto velocemente una punizione sulla linea dei 5 metri avversari. Con la difesa giallonera che sta a guardare.
Missione compiuta e adesso sì che si può aspettare il fischio finale. Nel frattempo però c’è tempo per l’ingresso in campo di Gianluca Tumino e Antonio Francone, al 75°, al posto di Damiano Ortolano e Andrea Solarino; di Vincenzo Leggio e Paolo Bellio, due minuti dopo, al posto di Adriano Nicita e Michele Campanella; di Francesco Sorge e Michele Bracchitta, al 79°, al posto di Giorgio Carbonato e Gianfranco Arrabito.
Al fischio finale i giocatori ragusani si attardano sul rettangolo di gioco in attesa di conoscere il risultato di Barcellona.
E quando arriva, giocatori e dirigenti si possono dare alla pazza gioia.
Domenica prossima, proprio contro le Aquile del Tirreno, ci sarà solo da festeggiare.
Man of the Match: Eugenio Lo Presti, oggi autentico trascinatore, che nel fango del comunale di Pergusa si è esaltato e ha fatto esaltare tutti i suoi compagni.