Il Galles espugna l’Olimpico di Roma e migliora il suo record di vittorie consecutive, vecchio di più di un secolo. Lo fa con una delle sue partite peggiori, una di quelle in cui non azzecca nulla (poche, nella sua storia), ma lo fa contro un’Italia se possibile ancora incapace di prendere le decisioni giuste quando il pallone comincia a scottare e a pesare come una palla medica. Ventisei a quindici il punteggio finale, ma la sensazione (tremenda sensazione) è che un Galles del genere, dalle nostre parti, non passerà più: troppo giovane e inesperto, con qualche individualità di spicco, ma con troppi giocatori che hanno messo insieme una prestazione disastrosa, come ad esempio Liam Williams e Dan Biggar. Il numero 10 gallese ha però il merito di ferire l’Italia nel primo tempo con quattro calci di punizione e di portare i suoi sul 12 a 0. Partenza orrida per i nostri in molti fondamentali, ma piano piano cresciamo e mettiamo a posto touche e mischia. E, dopo la mezz’ora, passiamo: lunga serie di fasi nei 5 metri gallesi, poi Steyn va oltre per il 12 a 7. Il Galles prova ad alzare il ritmo, ma trova davanti a sè una bella difesa italiana (solamente 14 i placcaggi sbagliati allo scadere sui 179 totali). Allo scadere avremmo l’occasione di accorciare dalla piazzola, ma il calcio di Allan sbatte sul palo e il rimbalzo non ci favorisce.
La ripresa vede il Galles scendere in campo col piede sbagliato, colto di sorpresa dalle prestazioni a dir poco negative di alcuni elementi e dalla buona propensione al sacrificio degli italiani, che mettono altri tre punti in saccoccia grazie ad Allan. La partita potrebbe girare di lì a poco, i gallesi sono in bambola, ma un controllo difettoso di Palazzani innesca una mischia ospite che si rivelerà letale: Josh Adams accelera al largo e va oltre per la prima meta dei suoi. Ad andare in bambola siamo noi, incapaci di risalire il campo nonostante gli avversari facciano di tutto per non chiudere la partita, vuoi perché la nostra difesa ci mette sempre una pezza, vuoi perché Jonathan Davies perde il pallone in avanti sul più bello. Alla fine però capitoliamo, con Owen Watkin, bravo ad anticipare tutti e a piombare per primo sul bel calcetto rasoterra di Anscombe. Ad accorciare un divario onestamente troppo largo ci pensa Padovani su bel buco di Allan. Troppo poco, troppo tardi. Nel finale c’è spazio per il TMO, che annulla un’altra meta gallese a seguito di un passaggio in avanti di Anscombe in mezzo al campo.
Finisce così un match brutto, spezzettato, a tratti noioso. Una partita che gli azzurri, ad un certo punto, avrebbero pure potuto girare, se non si fosse ripresentato il nostro più vecchio e grande difetto: l’incapacità di “ammazzare” la partita quando l’avversario si dimostra in palese difficoltà. Inanelliamo così la nostra diciannovesima sconfitta consecutiva nel torneo, record negativo strappato alla Francia.
No, non sono questi i record che vogliamo infrangere.
Ma se si continua così saranno gli unici record che ci meriteremo.