C’è stato un certo nei giorni scorsi a St. Albert (ed in tutto il Canada), quando il presidente della locale squadra di rugby dei “Pandas”, il St. Albert Rugby Football Club, ha ignorato decisamente la tradizione annunciando l’assunzione del primo allenatore donna per la squadra maschile, che milita nella premier division canadese.
Sarà infatti Jo Hull che guiderà la squadra in questa stagione. Ex coach delle Rockers nella Ia divisione femminile, “Territorial Coach” per la Edmonton Rugby Union, allenatrice dei trequarti della squadra dell’Università di Alberta per il 2012 con la quale è stata campione della divisione Canada West e vincitrice della medaglia di bronzo al Canadian Interuniversity Sport. Le credenziali della Hull includono inoltre il ruolo ricoperto per due anni di “Community Manager” e “National Performance Development Manager” per la Scottish Women’s Rugby Union. Un curriculum che lo stesso presidente Matt Herod ha descritto come incredibile: “Non si può essere più qualificati di così. Jo ha fatto parte della squadra nazionale scozzese femminile ed è ancora oggi una leader con il più alto livello di coaching per lo sviluppo in Scozia. Abbiamo vagliato una lista di allenatori ma è lei è stata davvero la “standout”. Abbiamo parlato e ci siamo resi conto della sua incredibile conoscenza del gioco e della possibilità di eseguire ciò che consideriamo un grande rinnovamento nel nostro rugby: applicare un nuovo stile di gioco fatto di velocità e ritmo.”
Hull diventa così il primo Head Coach donna nella storia del rugby maschile canadese. La prima in tutto il mondo a ricoprire questa carica nella massima divisione di un campionato.
Tuttavia, c’erano preoccupazioni iniziali come i giocatori avrebbero reagirebbero ad un allenatore femminile, ma quei timori sono rapidamente svaniti: “Ovviamente è un grande, grande passo,” continua Herod. “Non direi che è un azzardo in quanto i criteri del suo curriculum bastano a garantire che Jo farà un buon lavoro, ma questo è davvero un grande cambiamento all’interno di St. Albert, questo è sicuro.”