Per il trapianto di midollo osseo, di fegato, di cuore e di rene, occorrono, in media, rispettivamente 80, 40, 10 e 4 donazioni di sangue e plasma; il sangue donato occorre inoltre per le cure di chemioterapia e di leucemie; per effettuare un parto cesareo è necessaria almeno una sacca di sangue intero. Di fronte a certi dati è fin troppo naturale per chi crede nei valori propri dello sport del rugby unirsi alla ‘Donazione ovale day’, fissata per la mattinata di mercoledì 29 dicembre al centro trasfusionale di Livorno. Sono coinvolti nell’iniziativa numerosi rugbisti (e appassionati) labronici di tutte le età (ovviamente maggiorenni). Il rispetto, l’altruismo, la lealtà, la stima, la fiducia e la partecipazione: sono molti i valori che si ritrovano nel Dna di un giocatore di rugby e di un donatore. In una società in cui assistiamo a nuovi muri dati dall’indifferenza e dalla diffidenza, è bello allargare quella mischia tanto cara ai rugbisti per dare una spinta e abbattere quei muri. Donare sangue dà molta più soddisfazione di una marcatura decisiva realizzata all’ultimo minuto. Nello sport della palla ovale, per andare in meta, è necessario il sostegno di tutti quanti. L’obiettivo del rugbista è lavorare per la squadra per arrivare allo scopo. Il successo di una partita non rappresenta il momento più bello per un giocatore di rugby: l’aspetto più importante è aiutare il compagno ed essere sempre pronto a sostenerlo. È lo stesso spirito che anima i donatori di sangue, pronti ad affrontare qualche sacrificio per il bene del prossimo. È del tutto naturale per un vero rugbista stendere il braccio per far sì che il sangue venga dato ad altri. Ovviamente, ad un rugbista, non può ‘far paura’ un ago infilato nella vena. Appena si compie la maggiore età, è possibile recarsi al centro trasfusionale e dare il proprio sangue: il bene più prezioso, che non si compra e non si vende, ma si dona. Le varie squadre delle varie società cittadine hanno accolto l’invito di Fabrizio Bernini, Responsabile del gruppo Avis Rugby Livorno. “Lo so – illustra Bernini – che non manca il giusto pepe e la giusta rivalità tra gli appassionati delle varie squadre di rugby livornesi. Ma, al di là del sano campanilismo e del logico attaccamento ai colori sociali dei giocatori protagonisti del derby di B giocato, di fronte a tanti sportivi, lo scorso 12 dicembre, tra i Lions Amaranto ed il Livorno Rugby, è bello riunire le forze per qualcosa di ben più nobile di una partita, sia pur tanto delicata e attesa. Così come ci insegna lo sport della palla ovale, i valori vanno al di là dei punti in palio. E allora, più che mai visto che ora nel corso delle festività di Natale, anche a livello agonistico, è prevista una lunga pausa, è bello che un grande gruppo di rugbisti, del Livorno e dei Lions, si presenti compatto al centro trasfusionale”. “Pochi mesi fa, hanno fatto notizia numerosi giovanissimi tesserati Lions, attivi nel Granducato under 19, poco più che maggiorenni, che, con vari accompagnatori, hanno donato il loro sangue. Ecco, l’appello che abbiamo rivolto non vuole coinvolgere solo i giocatori delle due prime squadre cittadine, ma tutti coloro, anche giovanissimi e magari i loro parenti più stretti, che orbitano nell’ambiente. Noi ‘veri rugbisti’ crediamo in determinati valori…”. L’appello è stato raccolto: in tanti hanno prenotato presso il centro trasfusionale per un appuntamento che va ben al di là di una meta realizzata…