Dal sito del Rugby Falconara:
“…un suono senza troppo carattere, una voce senza molto tremolo, vibrato o armonici gravi.”
(Miles Davis, a proposito del suo suono)
Anche a me che non capisco di jazz viene automatico di perdermi dentro le atmosfere meditative create da quelle suonate di Miles Davis in cui le note si fanno lunghe e spaziate, quasi con senso di distacco e straniamento dalla melodia, quelle suonate in cui alla sua tromba attaccava la “sordina” per modificarne il suono e diminuirne il volume.
Sul difficile campo di Marina Palmense, a suo modo affascinante per la posizione attaccata al mare, separato solo da una duna, il Falconara vince la partita contro la storica Rugby Fermo (società fondata nel 1935!) giocando però proprio come se avesse attaccato la “sordina”; il risultato finale di 12 a zero viene raggiunto solo sullo scadere del tempo, rimarcando una conduzione di gioco spesso sofferta, frammentaria, poco efficace nelle finalizzazioni: un Falconara che vince “a basso volume”, senza gli acuti che si sarebbero potuti esprimere sopratutto nel primo tempo con un possesso campo pressochè totale, senza riuscire a imprimere le caratteristiche reali e l’incisività del proprio modo di gioco.
Le mete arrivano da Francesco Bianconi (a 10 minuti dall’inizio gara, con una delle sue tipiche corse a inserirsi dalla posizione di estremo) e da Gabriele Simonetti, che anche nel ruolo di mischia ribadisce le sue capacità di spinta e arroganza messe in luce da trequarti, concedendo una realizzazione solitamente inusuale per il ruolo di tallonatore.
Del resto, per tutti i 70 minuti fra le 2 mete si è assistito a giocate poco utili (che si fermavano quasi sempre alla prima fase) da entrambe le parti , con il primo tempo a totale disposizione del Falconara (con rare incursioni del Fermo oltre la metà campo) e un secondo tempo in cui il Fermo riusciva meglio a salire in offensiva grazie all’utilizzo ripetuto dei calci; nel complesso buona la tenuta della mischia falconarese nonostante l’inferiorità di chilogrammi, mentre la linea dei trequarti, pur senza errori rilevanti, appariva incerta nell’approfittare delle possibilità di conclusione che si aprivano grazie alla differenza di velocità rispetto agli avversari.
Sicuramente ostile la resistenza del Fermo che opponeva una mischia (e comunque tutta la squadra) con una solida impostazione fisica, anche se danneggiata da falli per ingaggi anticipati, mani in ruck o “affossamenti” spesso richiamati dall’arbitro.
Da annotare anche la trasformazione di Simone Gambella sulla prima meta (bella e convinta esecuzione da posizione difficile e in presenza di vento) e, sopratutto per le sue conseguenze ai fini gastronomici, l’espulsione temporanea di Mariano Fagioli per aver richiamato l’attenzione dell’arbitro sul comportamento falloso di un avversario sanzionato in contemporanea con lo stesso provvedimento.
Così in campo e in panca:
Giovanni Scarfato, Gabriele Simonetti, Roberto Refi (Diego Lanari), Ivan Brunelli, Michele Montanari, Kouassi Kouame Aubin, Luca Loccioni, Matteo Astolfi, Mariano Fagioli (Loris Pandolfi), Simone Gambella, Giacomo Bianconi, Emanuele Cammisa, Daniele Ferretti, Simone Del Latte (Marco Rosi), Francesco Bianconi, Andrea Del Monte (a.d.), Kokie (a.d.), Nicola Giacona (a.d.), Andrea Mangialardo (a.d.).