Il Guinness Sei Nazioni 2019 muove ufficialmente i primi passi dall’Hurlingham Club di Londra, sulle sponde del Tamigi, allenatori e capitani delle Nazionali maschili e femminili si sono dati appuntamento in vista del calcio d’inizio del Torneo.

Una serie infinita di scatti fotografici, interviste con le televisioni detentrici dei diritti e conferenze stampa hanno scandito la mattinata di Manuela Furlan, Sergio Parisse, Conor O’Shea e Andrea Di Giandomenico: dopo la conferenza stampa di lunedì al Salone d’Onore del CONI di Roma, una nuova opportunità per chiarire concetti, rilanciare messaggi, far conoscere il lavoro svolto e gli obiettivi delle sette settimane che attendono le rappresentative azzurre nel “più grande Torneo di rugby al mondo”.

“Conosciamo il livello della sfida, vivere il Sei Nazioni è un privilegio per chiunque, dai tecnici ai giocatori, dai fans agli sponsor” ha detto il CT dell’Italrugby Conor O’Shea, alla sua terza stagione sulla panchina dell’Italia. “In questi primi giorni di raduno ho trovato grande entusiasmo nel gruppo, sappiamo il livello della sfida che ci aspetta ma siamo una squadra di persone competitive, puntiamo ad offrire il nostro meglio, a lasciare tutto sul campo per poter essere fieri della nostra performance. Ma conosciamo il livello della sfida che ci attende”.

“Ho molta fiducia nel nostro gioco, dobbiamo creare le condizioni per segnare e sfruttare quei piccoli momenti che possono cambiare l’energia di una partita. C’è molto talento in Italia, in questi anni stiamo creando la struttura e le condizioni adeguate per continuare a crescere: Treviso con il lavoro di Crowley e Pavanello sta ottenendo grandi risultati, con le Zebre abbiamo un progetto a lungo termine che inizia a dare riscontri concreti e che le renderà più competiti e” ha proseguito O’Shea.

“Nel 2018 abbiamo battuto la Georgia e il Giappone, le prestazioni con Scozia e Australia avrebbero potuto offrire un risultato diverso e dare vibrazioni positive a tutto il movimento, ma hanno comunque dimostrato quanto competitivi possiamo essere e la nostra sfida – ha detto il CT degli Azzurri – deve essere quella di replicare quel tipo di performance in ogni gara, a cominciare dal 2 febbraio a Murrayfield contro gli scozzesi. Sperando – ha sorriso O’Shea – che questa volta il calcio decisivo allo scadere porti la firma di Allan, Canna o McKinley”.

“Un tratto distintivo dei grandi atleti – ha aggiunto il tecnico irlandese – è la resilienza, dobbiamo giocare senza paura, prendere responsabilità. Ogni cosa che facciamo, in campo e fuori, mi da fiducia circa la qualità di questo gruppo. Per quanto riguarda la Scozia, nostra prima avversaria, è una gran bella squadra, con avanti di qualità, una mediana e dei trequarti eccellenti”.

Sergio Parisse, capitano azzurro che diverrà l’atleta più presente nella storia del 6 Nazioni il prossimo 2 febbraio, ha condiviso la fiducia del tecnico: “Abbiamo battuto Fiji, Giappone, Georgia ma ci è mancata l’anno scorso una vittoria contro una squadra del livello superiore, non abbiamo concretizzato per quanto lavorato e cambiare questo è quanto vogliamo fare in questo Torneo. Treviso sta facendo bene, vedo entusiasmo e fiducia nel gruppo, ma dobbiamo ricordare che il livello del Sei Nazioni è diverso. Partire bene contro la Scozia, con una performance di qualità, sarà importante per dare il giusto tono al nostro Sei Nazioni”.

“Siamo concentrati sulla prima partita, perché affrontandola correttamente dal punto di vista mentale possiamo essere molto competitivi. Io vengo da un 2018 difficile, con tanti infortuni che hanno influenzato negativamente il mio rendimento. Fa parte della carriera, ora voglio giocare e divertirmi. Possiamo andare a Murrayfield e vincere, stiamo lavorando per questo, per rendere quella di Edinburgo solo la prima opportunità di molte, ma per portare a casa le partite dobbiamo saper approfittare delle opportunità, anche piccole, che si presenteranno durante gli ottanta minuiti di gioco”.

“Stiamo lavorando molto dietro le quinte per diventare una Nazionale migliore, sono elettrizzato all’idea di scendere in campo contro gli scozzesi, vogliamo una grande prova per instradare il Torneo lungo i migliori binari possibili” ha detto Parisse.

Andrea Di Giandomenico, al decimo Sei Nazioni sulla panchina di Italdonne, portate al settimo posto del ranking internazionale, ha commentato: “Novembre ci ha regalato due successi su Scozia e Sudafrica, ma dobbiamo evitare di cullarci nella sicurezza di queste vittorie perché il Sei Nazioni è di un differente livello. Ogni partita sarà durissima, dobbiamo concentrarci sul nostro rugby e proseguire nel percorso di crescita di questa squadra, che non può che essere legato alla performance”.

Le Azzurre debutteranno venerdì 1 febbraio a Glasgow (ore 20.30 italiane, Eurosport 2) mentre l’indomani alle 15.15 (DMAX canale 52) toccherà a Parisse e compagnij affrontare gli highlanders nel primo turno del Guinness 6 Nazioni.