20 anni dopo c’è ancora quel senso di grande vuoto, quasi a non voler ammettere che Ivan se n’è andato sul serio. Perché un mito come lui vive ancora nei racconti, nei ricordi di chi ha avuto il piacere e la fortuna di conoscerlo e nelle gesta sportive a cui il suo talento ci aveva abituato. Io al suo funerale c’ero, al tempo ero un bambino, ma da rugbista mi parve giusto partecipare anche solo con la presenza. Era il mio idolo, quello a cui mi ispiravo come giocatore e, grazie ai racconti di chi l’aveva conosciuto sul serio, come uomo. Come sportivo poi la sua meta di Grenoble mi fa venire la pelle d’oca tutte le volte che me la riguardo. Che dire…è una giornata triste, come lo sono state tutte le successive con te fuori dal mondo del rugby. Un saluto Ivan e grazie davvero.