Di Davide Macor

Il Rugby si sta consacrando, lentamente, in tutta Italia. In ogni categoria, dalle giovanili, alla femminile, agli old fino al…Campionato Amatoriale. Ebbene si, esiste anche questo e noi gli abbiamo concesso un pò di spazio già in passato. Oggi andiamo a conoscere l’ultima realtà sportiva iscritta a questo campionato, il Gorilla Rugby A.S.D. e lo facciamo intervistando il vice presidente della società Luigi Antonicelli.
– Per prima cosa mi piacerebbe sapere qualcosa sulla vostra realtà, più nel dettaglio. Di dove siete? Dove vi allenate? Avete una sede?

In principio ci allenavamo a Vignola (Mo) nel campetto della piscina dove si allenano tutt’ora i bambini dell’Olimpia rugby di Vignola.. Ma, man mano che aumentava il numero dei giocatori, abbiamo preso coscienza della necessità di trovare uno spazio più grande. Così siamo andati alla ricerca di un nuovo “spazio ovale”. Attualmente facciamo allenamento a Spilamberto (MO) in un campo da calcio, senza pali e con gli spogliatoi che distano mezzo chilometro. Speriamo con il tempo di trovare una struttura adeguata alle nostre esigenze e magari tornare a Vignola, dove tutto è cominciato.

Per quanto riguarda la sede, anche quello e un bel punto interrogativo; abbiamo la fortuna di avere nel consiglio un ragazzo che gestisce con un’associazione,  il circolo ARCI del paese ed e li che facciamo le riunioni e gli incontri societari. Attualmente siamo in cinque a gestire tutto quello che riguarda la società, ognuno ha il suo compito. Alla fine della stagione scorsa stavamo mollando tutto per i mille ostacoli che avevamo, la scarsa affluenza di ragazzi che volevano iniziare e anche perché non avevamo futuro o obbiettivi. Poi siamo stati contattati dai Cinghiali del Setta con la prospettiva di fare un campionato amatoriale e allora abbiamo puntato tutto quello che potevamo su questo nuovo obbiettivo.
– Cosa vi ha spinto a voler creare una realtà rugbistica? Amatoriale per di più. Volete rimanere legati a quei valori di divertimento e aggregazione che caratterizzano, da sempre, questo sport e che con l’avvento del “professionismo” si sono andati un pò perdendo?

Penso ci abbia spinto la voglia di provare a far crescere il movimento rugbystico in un territorio che non da spazio a questo sport, queste città hanno un’importante bagaglio sportivo, ma il rugby manca!! Siamo si una società amatoriale ma con la speranza un giorno di accrescere il movimento e divenire una società iscritta alla Federazione Italiana Rugby. Chiaramente mantenendo i valori base di questo sport,  aggregazione e divertimento, che rimangono i cardini della nostra squadra e che dovrebbero essere alla base di qualunque sport.
– Il reclutamento di giocatori come l’avete affrontato? Eravate già un gruppo di appassionati, oppure siete riusciti a coinvolgerne dopo la decisione di fondare la squadra?

La squadra e nata nel 2009 quando Nicolò insieme ad altri ragazzi decise di iniziare gli allenamenti appoggiandosi all’Olimpia Rugby, la squadra dei bambini del Vignola.

Quando arrivai io, nel 2010, eravamo 12 persone. Di quella stagione  ricordo i tantissimi pranzi, le tigellate e le grigliate, e la neve…quanta neve!  Ho ancora la sensazione dei piedi ghiacciati e delle tante partite in mezzo al fango!!

L’anno scorso ci siamo staccati dall’olimpia, eravamo quasi in 20 e la struttura iniziava ad essere piccola, ci allenavamo su un campo da calcetto, abbiamo scelto un nome appropriato, “Gorilla Rugby” e autofinanziandoci abbiamo fatto le divise per le amichevoli.

Ad oggi la società conta 28 atleti, e molti ragazzi nuovi sono arrivati dopo la decisione di fondare la società anche grazie alla campagna di pubblicità che stiamo attuando tramite web e grazie alle feste popolari.
– La socialità, la città come ha preso questa vostra decisione? 
Bella domanda questa.

C’e un pò di buio intorno a noi, almeno fino all’anno scorso, forse perchè non eravamo ancora un’associazione riconosciuta. Riuscimmo ad ottenere un colloquio con il sindaco di Vignola, chiedemmo spazio per il nostro sport, ma non ci fu concesso. In progetto c’era qualcosa ma con la crisi e tutto il resto passò in secondo piano.

Abbiamo parlato anche con l’assessore allo sport (e vicesindaco) di Spilamberto, che ha messo subito le mani avanti dicendoche gran fondi a disposizione non ce ne sono. Si sono detti disponibili però a farci pubblicità sul loro sito tramite il giornalino elettronico.

Speriamo, con il crescere del movimento, di riuscire ad ottenere uno spazio a Vignola o Spilamberto e magari anche i pali comprati dal comune. Quelli esistono già, perché il comune li comprò quando la Nazionale delle Isole Fiji venne ad allenarsi nella nostra città.
– Cosa ne pensa del rugby italiano? Cosa ci vorrebbe per sfondare definitivamente? Mi interessa il suo punto di vista, in qualità di rugbista amatoriale.
Il rugby italiano a livello professionistico ha visto anni migliori, a causa di una ormai ex gestione ai “piani alti” non ottimale. Vedremo con l’avvento di un nuovo presidente se cambierà qualcosa. Mi dispiace dirlo ma per ora l’unica squadra “seria” Italiana è Treviso e i risultati lo dimostrano. Ho grandi speranze per le Zebre, squadra emiliana come noi, ma chiaramente sono appena partiti con uno staff totalmente restaurato, quindi devono consolidarsi le gerarchie capire i metodi di gioco, prima di poter stabilizzarsi su livelli ottimali.

Dal mio punto di vista il movimento rugbystico va ampliato fin dove possibile. Non è possibile che una città come Vignola abbia 4 squadre di calcio professionistiche oltre 10 amatoriali e 1 sola di rugby. Mi rendo conto comunque che sarà impossibile arrivare ai livelli massimi nel rugby perchè il rugby prima di essere uno sport è una vera e propria cultura insegnata in alcuni paesi sin dai primi anni di vita; sfortunatamente non nel nostro. In Italia manca una visione di sport per ogni età; Basta pensare che per vedere una partita di rugby in televisione bisogna aspettare il 6 Nazioni, oppure spulciare nei canali satellitari..

Un Passo avanti lo stiamo vedendo con le giovanili, alcuni di noi allenano i bambini del Vignola, e ci sono progetti importanti come portare questo sport nelle scuole con incontri settimanali, e vedo che sta dando i suoi frutti.

Spesso mi capita di parlare con alcuni genitori che portano i bambini ad allenamento e la cosa che mi colpisce di più è quando mi dicono che pensavano che il rugby fosse uno sport duro non adatto a bambini o bambine, ma poi, conoscendolo sul serio, solo con il tempo si sono dovuti ricredere. È  Questa l’idea del rugby che molti hanno in mente, ed e questa cosa che bisogna cambiare,  secondo me.
– Cosa vi aspettate da questa stagione?
Questa sarà la nostra prima vera stagione quindi non mi aspetto grandi risultati. I risultati attesi riguardano come detto in precedenza la compattazione del gruppo e, magari, il suo ampliamento. Per il resto un “must” sarà migliorare di partita in partita, imparare a giocare e seguire le indicazioni dell’allenatore.
– Sogno nel cassetto?
Sogno nel cassetto… avere un campo (magari polivalente) per poter giocare a rugby nel nostro paese.

Raggio più ampio poter dire a mio figlio/a di aver partecipato alla creazione di questa squadra e fargli/le iniziare il suo cammino nello sport proprio in questa società.
– Di questi tempi riuscire a creare una realtà sportiva, seppur completamente amatoriale, è una bella scommessa. Voi come siete arrivati a prendere questa decisione?
Ci siamo arrivati grazie alla cocciutaggine dei primi 5-6 che si son trovati a Vignola da subito…poi siamo arrivati noi  a dare sostegno. Senza però la voglia di alcuni che si son presi il “peso” di organizzare fin dall’inizio,  il tutto non sarebbe stato possibile.

Eravamo stanchi di allenarci per poi non ottenere nulla e per raggiungere gente al movimento dovevamo ottenere visibilità cosa che riesce con un campionato.
– Il problema stadio è un fattore costante per le piccole realtà, voi come siete riusciti a risolverlo?
Il fattore stadio non lo abbiamo risolto!! abbiamo trovato un campo e ci siamo fiondati per ottenerlo, ma per il futuro dovremo cambiarlo. Poniamo molta fiducia nel comune di Vignola che riesca a trovarci uno spazio adeguato. Per le partite che giocheremo in casa siamo stati aiutati dai ragazzi organizzatori del campionato, ci ospiteranno in uno dei loro campi anche se non ti nego che stiamo cercando una soluzione per ospitare le partite qui in provincia magari facendoci ospitare da una delle realtà presenti in zona.
– Progetti per il futuro? 

CRESCERE!!! Per il resto non avere più preoccupazioni riguardanti numero di iscritti e impianti in cui allenarci e giocare!!!

Ed un giorno essere una società, non solo amatoriale, con settore giovanile e prima squadra… Forse la cosa più fattibile sarà rimettersi al tavolo con l’olimpia perché a Vignola c’è già una base di bimbi che giocano, e i bambini sono il nostro futuro.