N.d.r: riceviamo e pubblichiamo, da parte del Presidente del Padova Rugby 555 Dario Michelon, la seguente cronaca e commento della partita di domenica scorsa, disputata a Padova contro il C’E’ l’Este Rugby (che aveva già esposto qui il suo punto di vista sull’accaduto).

La scorsa domenica incontro enigmatico presso gli impianti della Guizza per il match che vede affrontarsi il Padova Rugby 555 e il C’è L’Este Rugby.

Sulla carta una partita che dovrebbe presentare poche difficoltà per la capolista, ma si sa che uno dei principi del rugby sta proprio nel non sottovalutare mai l’avversario, specie quando le condizioni meteorologiche possono condizionare molto il gioco.

L’allenatore Carlo Dell’Antonio, data la classifica e gli incontri a venire, opta per una formazione “soft” lasciando fuori alcuni titolari e inserendo in campo alcune riserve e portando in panchina i tanti che ambiscono a cimentarsi in campionato.

L’avvio é dei migliori con l’estremo del 555, Babolin, che già al 3′ concretizza in meta una giocata alla mano; posizione molto defilata e Veronese non centra i pali.

L’Este si presenta tenace e agguerrito e contrasta il gioco con una costante pressione e ottimi placcaggi che smorzano le folate offensive dei padroni di casa.

Servono ripetuti forcing del Padova Rugby per portare in meta l’apertura, l’ottimo Veronese, al 15′; calcio facile in mezzo ai pali… palo e fuori!

Altri 8 minuti combattuti e la mischia del 555 segna con una percussione di Pettenello seguita dalla trasformazione di Veronese.

Pochi minuti dopo, é il 32′, Scanferla ruba una touche nei 22 degli ospiti e riesce a farsi strada tra gli avversari schiacciando in meta; posizione non facile, ma Veronese riesce nuovamente a centrare i pali, anzi il palo, e la palla schizza fuori mancando la trasformazione.

Primo tempo che si chiude sul risultato di 22 a 0 per il Padova Rugby 555; il C’è L’Este sceglie calcisticamente di rientrare negli spogliatoi durante la pausa lasciando i padroni di casa e l’arbitro ad aspettarli.

Il secondo tempo riparte con il Padova Rugby che già al 3′ segna una meta con il tallonatore Rossetto e Veronese dalla destra trasforma da un angolo insidioso senza toccare i pali.
Da questo momento in poi finisce la partita e per i restanti minuti il protagonista non é più il gioco ed il match si tinge di giallo che con licenza commenteremo nella stessa chiave in cui si é potuto apprezzare a bordo campo.
Dal 13′ minuto fioccano i cartellini, tutti per il Padova Rugby 555;  il primo per Zagolin per un placcaggio “sotto la cintura” su un avversario che con un lamentoso falsetto induce dopo un buon minuto un perplesso arbitro a sanzionare l’involontario gesto con 10 minuti dietro i pali; discutibile, ma accettabile.

La solitudine della terza linea però é breve, in quanto appena ripreso il gioco eguale sorte tocca all’ala La Camera che, causa fuorigioco sulla seconda ripartenza battuta molto dietro l’arbitro dagli Arieti, si fa spedire a intrattenersi con il compagno.

Padova Rugby in 13 e l’Este che prende giustamente coraggio benché il 555 non voglia subire punti.

Per tutta la partita la mischia degli Arieti ha saputo contenere bene gli avanti del 555 e quindi hanno ragione di voler provare a segnare una meta.

Il copione comunque resta sempre lo stesso, Padova che raggiunge le 22 avversarie e poi punizioni consecutive contro che riportano l’Este nella metà campo dei padroni di casa.

Dopo aver inserito Veleda per l’infortunato Galiazzo, Dell’Antonio decide di inserire forze fresche per supportare il lavoro difensivo e sostituisce il centro Pasqualetto con Franceschini e il mediano di apertura Veronese, in quest’ultimo ruolo fa la sua entrata il poi ribattezzato “il sioux” Sinigaglia, ma la sua partita dura poco.

Una bella azione corale del 555 li porta vicini alla meta, ma nel raggruppamento che si genera l’arbitro decide di dare ascolto ad una voce che giunge da uno degli Arieti che lamenta di essere stato tirato per i capelli. In realtà Sinigaglia, il presunto colpevole, rimane perplesso come tutti in quanto la vittima presentava una chioma totalmente assente; probabilmente l’apertura del Padova Rugby gli ha preso lo scalpo, motivo per il quale il giallo preso al 24′ é anche poco.

Contestualmente rientrano per Padova Rugby 555 gli altri due ammoniti e quindi il progetto di una partita a scala 40 dietro i pali avversari sfuma.

L’idea però pare piacere anche al pubblico di entrambe le compagini che invoca il giallo ad ogni raggruppamento, infatti il 555 prende un altro cartellino, questa volta la sanzione va al malcapitato Svaluto Moreolo.

Appena entrato in sostituzione a Pettenello, il giocatore é reo di passare vicino ad un nuovo fallo di fuori gioco commesso da un compagno sempre sul l’ennesima ripartenza creativa degli Arieti che confonde la difesa ed essendo “in zona” il cartellino é per lui.

In compenso si rileva successivamente che l’Este può annullare la palla in meta e poi giocarla alla mano direttamente dentro alle proprie 22.

Non finisce qui.

Durante una folata offensiva degli Arieti nelle 22 del Padova, appena rientrato il nuovamente ribattezzato “il caterpillar”, seppur esile, Sinigaglia tenta di placcare il numero 1 dell’Este che contemporaneamente passa la palla e crolla al suolo come investito da un treno. É troppo! Passi tirare i capelli ad una testa glabra, ma vedere una scena così cineticamente paradossale priva dei fondamenti dello scibile: secondo giallo e rosso. Sinigaglia é confuso, sono i primi cartellini della sua vita e tre insieme (2 gialli + il rosso) si vedono e basta, non resta niente come ricordo; tra le mani solo degli invisibili capelli ed eventuali poteri sovrumani da sviluppare.

Ormai é il 40′,” il temibile” Sinigaglia fuori non é più una minaccia, ed i giocatori del Padova Rugby non sapendo più come evitare quest’iniezione di colore estivo nel livido grigiore autunnale della giornata, decidono per un approccio “non violento” cercando di evitare di toccare gli avversari e aspettando che cadano da soli come le foglie o scivolando nel fango.

Girotto, uno dei piloni del 555, però non é di questo avviso e, forse perché non crede all’autunno o forse per vedere se il regolamento é sempre quello anche a tempo scaduto, su un calcetto a seguire “apre lo sportello” ed ostruisce il calciatore: sesto giallo (questo almeno sacrosanto) e finisce la partita.

Padova Rugby 555 – C’è L’Este Rugby 29 – 0

Giusto per dare una risposta a chi probabilmente ancora preso dall’animosità della partita si permette di fare moralismi con evidente ipocrisia, credo che quello che si é visto durante il secondo tempo della partita sia stato deludente per tutti i presenti.

Vedere una squadra punita unilateralmente senza che all’avversario vengano mai sanzionati ripetuti ingaggi anticipati, palle in seconda, sacking, touche storte, placcaggi alti, ripartenze a caso, palloni trattenuti a terra dal placcato, mani nei raggruppamenti e il costante fuorigioco nelle fasi chiuse da oggettivamente da pensare, specie se nonostante tutto si subisce addirittura un cieco attacco teso a screditare una società senza l’evidente supporto di competenza e obiettività.

Tutto nel secondo tempo, perché nel primo un po’ di gioco si é potuto vedere.

Il Padova Rugby 555 crede che tutti possano giocare al rugby, non tutti saperlo commentare evidentemente, e che saper affrontare con grinta e tenacia ogni avversità sia un modo non solo di entrare in campo, ma di affrontare la vita nell’ovvio rispetto delle regole, anche quelle non scritte.

Benché sui valori esposti da chi ha preceduto nel descrivere la partita non ci si possa che trovare d’accordo, é rilevabile un’inspiegabile autocommiserazione e pretestuose insinuazioni.

Queste svalutano i meritevoli giudizi per gli stessi bravi giocatori dell’Este che con la tenacia e il mestiere dimostrati sul terreno di gioco passano in secondo piano a causa di chi a nome loro esprime tanto livore.

Bisogna diffidare delle persone che screditano dicendo cose e intendendone altre facendo leva esclusivamente sui valori che sono ovvi per tutti e che sono le basi fondanti anche del Padova Rugby 555.

Fare “inutili moralismi, polemiche sterili e vittimismi da veline” (cosa vorrà mai dire poi) e dopo prenderne la distanza facendo “dotte” citazioni e tirando in ballo giocatori, tifosi, i giovani, le famiglie e tutto il parentado ha del ridicolo ed é più degno di una tribuna politica che di un commento sportivo su una partita di rugby.

I limiti di un campionato di questa categoria sono evidenti sia per la qualità del gioco che degli arbitraggi, specie quando si ha meno fiato, cioè nella ripresa.

L’allusione alle bandierine poco precise é paradossale, probabilmente erano stati anche sgonfiati i palloni per condizionare il gioco e drogati l’acqua e il tè caldo. Assurdità!

Ieri la speranza era di vedere bel rugby giocato con grinta, ma non é stato così, soprattutto nel secondo tempo.

Sarebbe stato effettivamente bello elogiare oggi l’ardore degli Arieti e del 555, giocatori e allenatori, dimostrato in campo e altrettanto bello poter evitare di leggere parole tanto diffamanti ai danni di una società e di una squadra alla sua terza stagione che cerca di dare valore allo sport che pratica con sacrificio, impegno, dedizione e correttezza.

La società, benché apprezzi quanto risposto a tanto indegne parole, non sposa la linea dell’allenatore che può scusarsi in autonomia per il quieto vivere e l’amore per questo sport, ma non certo per quanto fatto in campo da parte dei giocatori e in generale della società.

La speranza é che chi ha voluto tanto pesantemente attaccare il Padova Rugby 555 faccia autocritica e in futuro sappia soppesare le proprie parole e magari venga ricondotto da chi ne avesse titolo tra gli Arieti ad esprimersi con più miti giudizi e con commenti meno ridicoli e denigratori che meriterebbero anzi essere ritrattati.

Il Padova Rugby 555 concorda invece con il proprio allenatore sul fatto che sia stata una domenica sfortunata e che ci sia da riflettere in merito a quanto visto nel secondo tempo confidando che gli animi siano meno accesi in occasione della partita di ritorno.

Cordialmente, Padova Rugby 555

P.S.

Il terzo tempo effettivamente per persone che poi scrivono cose simili sembrerebbe sprecato, ma é effettivamente il bello di questo sport; la pasta, almeno quella, era buona?