luigi faraoneGli inizi nell’Under 17, il resto del settore giovanile, l’approdo in prima squadra e dall’anno scorso la fascia da capitano, mantenuta anche in questo inizio di stagione. Sempre con la maglia del Modena Rugby. Luigi Faraone, classe 1987, fa il punto della situazione del campionato del Donelli.

L’anno scorso la Serie A, con la salvezza all’ultima giornata. Quest’anno la B. Principali differenze tra i due campionati.

Quest’anno la qualità del gioco e il livello tecnico sono sicuramente inferiori, il rugby che si gioca in Serie B è molto più fisico e aggressivo. Non abbiamo più la terna arbitrale, ma un singolo arbitro. Senza i guardalinee, sono molto più frequenti scorrettezze e colpi bassi.

Giochi in prima linea, che mischie avete incontrato finora?

Da quel che ho potuto vedere non abbiamo incontrato tante mischie al di fuori della nostra portata. Certo dobbiamo imparare a lavorare coordinati, come se fossimo un unico pugno. Pecchiamo anche qua di inesperienza, ma ad esempio la nostra prima linea è uguale a quella dell’anno scorso. Il tempo e l’esperienza di tutti gli elementi miglioreranno le cose anche sotto questo punto di vista.

Il cambio delle regole d’ingaggio ha avuto ripercussioni?

Ingaggiare già legati è come guidare una Ferrari usando solo con le prime tre marce. In questo senso sicuramente paghiamo qualcosa, visto che per le nostre caratteristiche noi siamo più per l’impatto forte e veloce. Andiamo un po’ in sofferenza quando incontriamo mischie più pesanti.

Siete in un momento particolare, con tanti infortunati. Cosa dici da capitano, in questi momenti, alla squadra?

Dico loro che il vero Modena non si è ancora visto. La nostra forza reale si vedrà quando i ragazzi più giovani cominceranno ad avere 400-600 minuti di campionato alle spalle, e quando qualche infortunato tornerà a disposizione. Conta tanto anche la conoscenza degli avversari. Dobbiamo solo continuare a lavorare, aumentando sempre di più l’intensità del lavoro durante la settimana.

GUIDO GANZERLI