Di Valerio Amodeo

Sembra non fermarsi più la bagarre per la successione alla guida del CUS Roma. Si sarebbe dovuta svolgere l’assemblea per l’elezione del nuovo presidente del consiglio direttivo, vista la prossima scadenza del precedente mandato. Di fatto l’assemblea non c’è mai stata a causa della forte contestazione da parte dei presenti per l’inaspettata quanto inconsueta esclusione del candidato Giovanni Bifano all’elezione. Secondo il comitato promotore di Bifano si tratterebbe di un’esclusione arbitraria e illegittima e, per altro, sembra non sia stato consentito al diretto interessato di sciogliere i nodi alla base dell’esclusione. Di fatto quindi, con il precedente ritiro alla corsa per la carica di Leone, l’unico candidato alla presidenza restava Morrone, già consigliere d’amministrazione della Sapienza, appoggiato dall’università. Lungi dal volere fare giudizi o banalizzare, ma la sensazione sembra essere tra quelle non nuove in Italia in diversi ambiti, ossia il tentativo di fermare un qualcosa di diverso, di nuovo, che tenda a scalfire quello che l’attuale potere ha costruito negli anni.

Al di la di ogni giudizio, la mia speranza, è che alla prossima convocazione ci sia la possibilità di svolgere serenamente l’assemblea senza alcun intervento dei carabinieri o la presenza di eccessive contestazioni. In particolare, spero, che questa serenità sia dettata dalla possibilità di partecipazione all’assemblea di Giovanni Bifano, giocatore  di rugby nel Cus Roma e professore universitario, non solo perché, secondo il suo comitato, è legittimato a partecipare, ma anche perché così si possano svolgere democratiche elezioni e non le solite “farse all’italiana” con singoli canditati, al fine di evitare strascichi e polemiche nel post nomina.