Di Giacomo Civino
Partenope Rugby
Nel 1951 viene fondata l’Associazione Polisportiva Partenope e nel 1953 inglobò il Rugby Napoli, appena retrocessa, acquisendo il diritto di partecipare al campionato di Serie B. Il ritorno in Serie A fu immediato, sotto la guida di Guido D’Amato a cui gli successe prima Eros Cicognani e poi Pippo D’Angelo.
Lo sport della palla ovale cresceva, tanto che, ai campionati studenteschi, parteciparono squadre dei principali licei e istituti superiori napoletani e fornivano un serbatoio di giocatori per la prima squadra della città. Tra questi Ugo Silvestri, Sandro Gelormini, Michele Carlotto, Ugo Gargiulo ed Elio Fusco, mediano di mischia, anche della nazionale insieme a Ugo Silvestri, Vincenzo Trapanese, Franco Ascantini, i due fratelli Errico e Alfredo De Giovanni e Gaetano Vellecco, formavano il gruppo de I senzapaura. Dopo il quarto posto ottenuto in nella stagione 1960-61 la Partenope cambiò guida tecnica, da Pippo D’Angelo la panchina passò ad Elio Fusco. Fu un momento storico per il rugby napoletano: la squadra biancoceleste riuscì ad esprimere un rugby spettacolare e concreto. Tutto ciò permise alla Partenope di ottenere nel campionato 1961-62 il quinto posto e in quello successivo un ottimo terzo posto.
Il campionato 1963-64 la squadra terminò al terzo posto sfiorando il successo. Tra i protagonisti c’erano Marcello Martone, Claudio Rodà, Vittorio Ambron, più volte nazionale, Luigi Esposito, Erasmo Augeri e Raffaele D’Orazio, Nello Raffin, Paolo Grandoni, Alfredo De Giovanni, Franco Tagle, Nino Perrino, Antonio Bellastella, Gennaro De Falco, Giuseppe Trignano, Eugenio Russo. I risultati non furono sempre di grande livello, eclatante fu la vittoria sull’imbattuta Parma, sul Petrarca, travolto con il risultato di 20-3, e su L’Aquila (6-0). All’ultima giornata al Tardini la Partenope perse contro il Parma per 9-3 e sfumò il tricolore che andò a Rovigo, vincitore a Padova contro Petrarca.
Gli scudetti
Nella stagione successiva la squadra apparve più matura ed il gioco più concreto. Dopo i primi mesi la Partenope lasciò lo stadio militare Generale Albricci per tornare sul campo vomerese dello stadio Collana. Era il 31 gennaio, la Partenope incontrava, nella seconda giornata di ritorno, l’Italsider Genova (nelle file liguri giocava a terza linea Marco Bollesan) che batté per 38-8, conquistando il comando della classifica. Gli spalti del Collana fecero registrare circa 4000 spettatori paganti. La rosa dei giocatori si era ampliata con l’inserimento del londinese Philip Lalic e Cane. Mentre la squadra otteneva risultati incoraggianti, la società aveva problemi economici consistenti, tali da mettere a rischio la continuazione del campionato. Il giornale Roma lanciò una sottoscrizione (fu raccolta la cifra di 1.200.500 lire) e il «caso» di questa squadra assurse alla notorietà nazionale non solo sportiva. La Domenica del Corriere le dedicò la quarta di copertina con un disegno firmato da Walter Molino. Fusco e compagni furono ospitati in tv da Enzo Tortora alla Domenica Sportiva. Dopo tanta bagarre tornò la calma e la serenità tra società e giocatori. Nell’ultima di campionato, la Partenope dinanzi a circa 12.000 spettatori batté la Roma 14-3 e divenne campione d’Italia (detto in seguito lo scudetto dei poveri).
Dopo l’euforia del tricolore riaffiorarono i problemi economici. L’allora presidente della Polisportiva Partenope, Stefano Riccio, scrisse una lettera ad Achille Lauro per ottenere un aiuto economico. La Serie A 65-66 comincia ma presto e alla nona giornata, a Napoli, fu scontro diretto tra Partenope e Petrarca. Vinsero i padroni di casa per 11-6 e tornarono al comando della classifica. Il girone di ritorno vide la Partenope sempre in testa, seguita, come sempre, dal CUS Roma. La rosa dei giocatori era la stessa dell’anno precedente, arricchita da Marco Bollesan, dipendente dell’Italsider di Genova-Cornigliano, poi trasferito nello stabilimento di Bagnoli. La partita decisiva fu con il CUS Roma, allo Stadio Flaminio dove 8.000 tifosi, di cui 3.000 napoletani, fecero da cornice all’incontro. Vittoria della Partenope per 9-0 e secondo scudetto. Le cronache riportano un match molto combattuto tanto che divenne famosa una foto di Elio Fusco senza alcuni denti persi nella foga della partita.
Nel campionato 1966-67 la squadra che aveva conquistato il secondo scudetto viene riconfermata e si muoveva con autorevolezza sui campi d’Italia. Dopo un girone d’andata quasi sempre al comando della classifica, nella terza giornata di ritorno fu raggiunta dalle Fiamme Oro Padova, dopo un pareggio esterno (0-0) contro il Rovigo. La Partenope, tra mille polemiche, terminerà il campionato al quinto posto. Nel campionato successivo andò via Marcello Martone, con lui lasciarono la Partenope Carlotta, Augeri e Vellecco che approdarono al Cus Napoli, allenato da Pietro Bellastella. Nonostante i numerosi addii il campionato venne concluso a metà classifica.